Frank Matano scrive a Francesco Pio. Il comico Frank Matano sull’omicidio del 19enne Francesco Pio Maimone, scrive una lettera amara: “A volte la camorra è l’unica strada”. L’attore comico Matano, reduce dalla conduzione della terza stagione di Lol, affida a Instagram il suo dolore per la morte del giovane 19enne, ucciso a Mergellina con un colpo di pistola da un ragazzo affiliato a un clan camorristico. “So cosa significa crescere con la camorra”, esordisce Matano.
>>>>>C’è un fermo per l’omicidio del giovane a Mergellina, cos’è successo
Frank Matano su Francesco Pio Maimone e la camorra, cos’è successo
Francesco Pio Maimone sarebbe morto per errore, colpito da un proiettile esploso da un ragazzo sul lungomare di Mergellina, a Napoli. In questo contesto, Maimone era con gli amici a tarda notte, dopo il turno di lavoro. Si è scatenato un litigio per un motivo futile, una scarpa calpestata e sporcata senza la volontà di provocare. Ne è nata una rissa alla quale Francesco Pio non ha mai preso parte. Secondo le prime ricostruzioni, il 19enne si è allontanato, ma l’ha raggiunto un proiettile indirizzato ai “nemici” di un altro rione. Il giovane che ha sparato, Francesco Valda, sarebbe il rampollo di una nota famiglia legata alla camorra della periferia ovest della città. Frank Matano scrive una lettera su Francesco Pio.
Il comico Frank Matano su Francesco Pio, ucciso per errore a Mergellina
Ecco le parole della lettera di Frank Matano a Francesco Pio. L’attore campano-americano di 33 anni in memoria della giovane vittima. “Sono nato e cresciuto nella provincia di Caserta. Più di una volta ho assistito o vissuto in prima persona alla malevolenza gratuita di determinati ragazzi che hanno vissuto in determinate situazioni che li hanno portati ad essere in un determinato modo e questo ghirigoro inutile di parole si chiama camorra. Lo Stato ha scelto di lasciare migliaia di ragazzi a loro stessi. Educati da persone che nella vita non hanno avuto la possibilità di autodeterminarsi, questi ragazzi sono cresciuti pensando di essere invisibili, pensando che l’unica cosa che si possa possedere sia l’onore. Non c’è altro”.
“E se nessuno ti ha insegnato ad aprire la propria coscienza a te stesso, l’unico modo che hai di essere rispettato è la violenza. È una dinamica sociale fatta di potere applicato in poco meno di 20 km quadrati. Oltre il proprio paese non c’è altro. C’è un muro e ogni mattone di questo muro invalicabile è fatto di un pezzo della propria inadeguatezza. Ho fatto le superiori a Sessa Aurunca”.
“Prendevo il pullman da Carinola fino a Sessa ogni mattina. Quasi ogni mattina cercavo di non incontrare un ragazzo che non era un camorrista ma voleva esserlo. Era amico di ‘figli di’ ma doveva dimostrare qualcosa di più al suo gruppo perché nelle sue vene scorreva sangue anonimo, insopportabile per un anonimo. Nessuno dà il giusto valore alla propria anonimia fin quando non la perde completamente, uccidendo qualcuno per esempio. La quiete di non essere nessuno turba dolorosamente i nostri cuori soprattutto in questo mondo di porno-ego”.
“Riposa in pace fratello mio campano”, Frank Matano su Francesco Pio Maimone
“Questo mio coetaneo aveva scelto da maturo quindicenne di imporsi sugli altri. Quando scendevo dal pullman ci fermavamo mezzoretta in villa a Sessa prima di entrare in classe (2004). Ho fatto il linguistico. I miei compagni di classe con cui era in villa prima di entrare ogni mattina erano poco meno di dieci donne”.
“Ho vissuto il matriarcato nella mia adolescenza. Ero al linguistico. Dicevo. Stavo nel mio gruppetto, in villa. Questo ragazzo mi si avvicina e mi chiama ‘o suggettò’ che vuol dire ‘soggettone’ che vuole dire ‘tu che non ti imponi con la forza qui avrai problemi’. Non risposi alle provocazioni. Si avvicina sempre di più, siamo faccia a faccia, mi minaccia senza motivo, senza motivo, nessun motivo, zero motivi, non un motivo. Mi dà una testata secca sulla bocca. Così a caso. Senza motivo. Nessun motivo. Zero motivi. Non un motivo. Per ridere. Per fare la camorra. Era la sua personalissima fellatio ai cattivi”.
“A volte la via della violenza è la sola che resta”
“Mi mortifica. Non dico niente. E mi porto il non dire niente per tutto l’anno scolastico. Mi porto il non dire niente fino a domani. Non dire niente è un altro modo di morire. Per non morire di fronte a un bar con un vodka lemon annacquato in mano. Non reagire a una umiliazione”.
“Non rispondere alla violenza richiede una perversa autocommiserazione e non si capisce dove finisce quella e dove inizia l’istinto di sopravvivenza. Questo messaggio è diretto ai ragazzi che vogliono imporre se stessi con la violenza. Non c’è nulla che vi fermerà. Neanche un morto. Neanche mille, di cui già non sappiamo più nulla. Fra un mese Francesco Pio sarà uno di quelli. Niente di più. E chi l’ha ucciso sarà uno di quello. Niente di più. Nessuno protagonista. Torna l’anonimia. Resta il nulla. Resta il contrario della speranza. Restano solo dei ragazzi a cui non è permesso di vivere dignitosamente. Riposa in pace Francesco Pio. Riposa in pace fratello mio campano”.