Un incontro necessario dopo le polemiche degli ultimi giorni. Papà Francesco oggi ha incontrato in udienza privata monsignor Georg Gänswein, prefetto della casa pontificia, tra i più stretti e fidati collaboratori del papa emerito Joseph Ratzinger, scomparso pochi giorni fa.
Nei giorni scorsi era montata alla polemica dopo le prime indiscrezioni sul libro di padre George dal titolo “Nient’altro che la verità”, in uscita per Piemme, scritto a quattro mani con il vaticanista Saverio Gaeta e contente un attacco frontale a Francesco. In particolare, padre George avrebbe parlato della distanza tra Bergoglio e il suo predecessore su messa in latino e propaganda gender, ma anche di come avvenne il suo licenziamento, da parte di Francesco, da prefetto della Casa Pontificia. “Lei rimane prefetto ma da domani non torna al lavoro” avrebbe detto Bergoglio a Gänswein. “Rimasi scioccato e senza parole, mi ha reso un prefetto dimezzato” scrive, al riguardo, padre George nella sua autobiografia.
Pubblicamente Francesco non ha replicato, ma l’incontro di oggi probabilmente è servito per dare una tirata d’orecchi al prefetto ribelle. Nella sua omelia dell’Epifania Bergoglio aveva richiamato a “silenzio e umiltà”, invitando i fedeli a non credere “a false notizie”.
“La Chiesa perde la sua credibilità quando i suoi membri, talvolta anche coloro che sono investiti di autorità ministeriale, sono motivo di scandalo con i loro comportamenti infedeli al Vangelo” ha rimarcato il papa. Ma il libro di padre George è solo l’inizio della guerra interna alla Chiesa e Francesco lo sa: con la morte di Ratzinger, intanto mal di pancia verso l’operato del Papa si tradurranno in una stagione di confronto aspro e di critica aperta al pontefice argentino. Con Padre George alla guida della fronda ribelle.