Il boom del franchising
I negozi in franchising sono in crescita in tutta la penisola. Un fenomeno che “omologa” le vetrine delle varie città italiane ed estere e che in molti considerano il vero e proprio nemico delle varie identità cittadine. Ciò nonostante, continua a crescere e pare non volersi arrestare, con i clienti che sembrano gradire di poter trovare quello che cercano ovunque, senza per forza dover tornare nel negozio sotto casa.
Con il franchising si può comprare un capo di vestiario a Torino e poi cambiarlo a Catania, oppure si può sceglierlo “online” e ritirarlo nel negozio della catena più vicino. Ma questo non è certamente tutto in quanto è importante anche il fattore economico.
Gli ultimi dati disponibili, il rapporto di Assofranchising, parlano di un triennio, quello dal 2014 al 2016, nel quale i numeri del settore non sono mai diminuiti, anche in presenza della crisi. In totale il giro d’affari è aumentato del 3,05%, con un aumento, seppure in misura minore, i’1,9%, del numero dei punti vendita. Importante invece l’aumento del numero degli addetti, che è arrivato al 4,72%.
Il 2016 è stato un anno in cui si sentiva ancora la congiuntura economica, ma le aziende del franchising hanno visto un aumento del fatturato del 2,7%, oltrepassando quota 23 miliardi in totale. Nello stesso periodo si è registrato l’aumento del personale, pari al 3,9%, con i numeri che indicano un incremento di 7.415 posti di lavoro.
Un dato che invita a sperare bene anche per il futuro del settore è dato dall’età dei gestori dei punti vendita. Infatti il 63,8% di loro sono di età tra i 36 ed i 45 anni, ed il 25,6% nella fascia da 26 a 35 anni. Una percentuale che si spiega con i dati degli investimenti necessari per iniziare questa forma di “autoimpiego”, con meno di 20mila euro necessari nel 35% dei casi.
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La valenza del franchising
Gli imprenditori indipendenti si trovano a combattere da soli per accedere ai finanziamenti, combattere contro una opprimente burocrazia, gestire il proprio magazzino ed i rapporti con i fornitori e quando necessario provvedere anche alla formazione del personale di vendita. Tutto questo, secondo Italo Bussoli, presidente di Assofranchising, fa sì sia preferibile il franchising.
Scegliendo questo tipo di vendita, i giovani imprenditori si trovano ad avere spalle coperte, e può dedicare il massimo impegno alla sua attività, contando anche sul fatto che la scelta del luogo di apertura di un nuovo negozio da parte della catena è fatta in modo accurato, dopo lunghe analisi di mercato, e garantisce dunque un risultato sicuro.
Sempre guardando al rapporto della sua associazione, Bussoli sottolinea come i settori che stanno andando meglio siano quelli della ristorazione, con le varie piadinerie, paninerie e pizzerie, e dell’intimo. Per questo settore si sottolinea come Intimissimi sarà presto presente anche a New York con un negozio sulla famosissima Fifth Avenue.
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Il franchising in Toscana
La crescita del settore è costante anche in Toscana, con quasi 3000 affiliati a fine dello scorso anno. In totale gli addetti del settore nella regione hanno superato le 11mila unità, e la media di persone occupate per ogni negozio è di 3,85.
La Toscana si mette in evidenza anche per le aziende, in quanto molte realtà locali sono state capaci di emergere nel panorama nazionale ed estero, partendo dal singolo negozio per diventare poi franchisor. In totale sono 57 quelli con sede legale in Toscana su un totale italiano di 950 franchisor, ed un terzo sono proprio del capoluogo.
Aziende come Bottega Verde, Conte of Florence, Patrizia Pepe, Pausa Caffè, Italiana Immobiliare, City Sightseeing, Polverini, Sicurmed, FarmaFree e Lowengrube, che rappresentano settori diversi delle vendite, hanno fatto il salto trasformandosi in marchi importanti con punti vendita in Italia e all’estero.
Esempio importante quello di Bottega Verde, nata a Pienza come una piccola erboristeria e cresciuta nel corso degli anni tanto da raggiungere quasi 400 punti vendita in Italia con una platea di clienti che supera i sei milioni di persone. Numeri che fanno di Bottega Verde la prima azienda del suo settore, quello della cosmesi naturale.
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