Unanime cordoglio in tutta Italia per la morte di Franco Gatti, storico membro dei Ricchi e Poveri. L’artista genovese si è spento all’età di 80 anni. In queste ore, oltre al ricordo di amici, colleghi e semplici cittadini, rispunta sui media il racconto che lo stesso Franco fece della morte del figlio 23enne Alessio, avvenuta nel 2013. Il ragazzo fu ritrovato in casa senza vita dopo aver assunto un mix di eroina, farmaci e alcol. Un colpo durissimo da cui il padre non si riprese più, decidendo nel 2016 di lasciare i Ricchi e Poveri.
La tragedia che ha colpito il compianto Franco Gatti avvenne nel 2013, proprio alla vigilia della partecipazione a Sanremo dei Ricchi e Poveri per ritirare un premio alla carriera. A dare per primo al pubblico la tragica notizia fu l’allora conduttore del Festival Fabio Fazio che annunciò anche la defezione del gruppo dalla kermesse musicale.
Franco Gatti ha sempre sostenuto che il figlio avesse un serio problema con l’alcol, ma che non avesse mai fatto uso di eroina fino a quella maledetta notte del 12 febbraio 2013. A confermare la sua convinzione ci pensarono poi i periti incaricati dal pm Cristina Camaiori della procura di Genova. Secondo Francesco Ventura e Cristina Stramesi, Alessio Gatti morì per un infarto mentre era solo in casa. Il suo corpo venne trovato davanti al tavolo del soggiorno. Davanti a lui psicofarmaci, una bottiglia di vodka, resti di polvere bianca che è risultata essere eroina.
“Ero certo che non avremmo scoperto nostro figlio tossicodipendente Non c’è niente che mi consoli, se non che in tanti ci sono rimasti vicini per mesi senza trarre conclusioni affrettate”, dichiarò Franco Gatti. “Mio figlio beveva, beveva e beveva. – aveva poi raccontato in tv – Ed è stata anche un po’ la sua disgrazia. Ha fatto una cazzata, la prima della sua vita con gli stupefacenti e in un momento in cui non stava bene. E l’ha pagata così. Credo che ci rincontreremo, lo spero. Io mio figlio lo sento vicino. Era incredibile, dotato di una grande genialità. Io ho sempre giocato nei titoli borsistici, gli feci vedere come facevo, dopo sei mesi era migliore di me. Di studiare non se ne parlava, però era un tipo così”.
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