La Roma ideale come città accessibile e a misura anche di chi ha difficoltà e impedimenti fisici, è ancora un sogno lontano, e quando c’è qualche disabile che lo fa notare anzi che arrivare l’aiuto arriva anche la beffa: “Se vuole farsi visitare, si faccia portare in braccio da due giovani”. E’ questa la risposta data da un consulente tecnico del Tribunale di Roma a una ex ballerina rimasta su una sedia a rotelle dopo un intervento chirurgico a cui si è sottoposta nell’agosto 2015, presso l’Ifo-Istituto nazionale tumori Regina Elena. A denunciare l’accaduto è la 44enne Giuseppina Sbaglio e la società Giesse Risarcimento Danni, che la assiste nella causa che la donna ha fatto alla struttura sanitaria romana. “Quando gli ho fatto notare le barriere architettoniche, ni ha detto di farmi portare da due giovanotti. Non posso accettare un simile comportamento”, ha detto la donna a Repubblica.
Giuseppina era una dipendente dell’Asl Napoli 3 Sud e un’insegnante di danza classica e moderna. Sei anni fa, durante una partita a bowling, nel lanciare la palla è caduta e ha iniziato ad accusare forti dolori. A Napoli le è stata diagnosticata un’ernia discale. Per scrupolo, la donna si è però fatta visitare anche a Roma, dove invece le è stato diagnosticato un cancro e le è stato detto che doveva farsi operare subito, nel giro di cinque giorni. Dopo le biopsie è però emerso che si trattava appunto di un’ernia e non di un cancro. Da qui la situazione è precipitata: nonostante un secondo intervento che sarebbe perfettamente riuscito, quella prima operazione sarebbe stata la causa della perdita delle gambe per la ex ballerina. Costretta disabile su una sedia a rotelle a causa di una lesione midollare, la donna ha dovuto rinunciare sia al posto di lavoro all’Asl sia ovviamente alle lezioni di danza, e ha fatto causa all’Istituto Regina Elena.
Dovendosi far visitare dai due consulenti, la 44enne ha chiesto informazioni sull’accessibilità allo studio, dichiarandosi disponibile, in caso di presenza di barriere architettoniche, ad affittare a proprie spese una stanza in un qualsiasi altro poliambulatorio romano privo di barriere scelto dai consulenti incaricati dal giudice. “La dottoressa Baldassarri ha compreso, sin da subito, la situazione e si è dimostrata molto collaborativa – sostiene Giuseppina Sbaglio – inviando foto dell’ingresso dello stabile dove è situato il suo studio e adoperandosi, a causa della presenza di scale, per trovare un altro locale accessibile.
Secondo il legale di Giuseppina, il dottor Sandro Mercuri ha dichiarato che in nessun caso si sarebbe spostato nella zona in cui si trova il poliambulatorio privo di barriere architettoniche prescelto, dando addirittura la soluzione di far trasportare la 44enne disabile in braccio da due giovani per salire le scale senza carrozzina. Una situazione che l’ex ballerina ha voluto denunciare pubblicamente: “Non posso accettare un simile comportamento. Quello che sto attraversando è terribile. Tra ricoveri e un’altra operazione che ho dovuto poi subire in urgenza per salvarmi la vita, sono rientrata a casa in sedia a rotelle profondamente cambiata, dentro e fuori e – ha concluso la 44enne – distrutta psicologicamente: non potrò mai più ballare, la mia passione più grande”.
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