La Cina è la protagonista della nuova cyberguerra: “La guerra cibernetica è la vecchia guerra di spie combattuta con nuove armi, molto più potenti di quelle di 007. Abbiamo vinto la prima, non facciamoci sconfiggere nella seconda”. A lanciare l’allarme è il parere di Frederick Forsyth, autore di una lunga serie di best-seller di spionaggio, e anche lui stesso è un ex spia dell’MI6, il servizio segreto di Sua Maestà, come ha rivelato di recente nella sua autobiografia. “I cosiddetti Four-Cyber, Cina, Russia, Iran e Corea del Nord – ha rivelato Forsyth in una recente intervista con Repubblica – sono i nuovi quattro cavalieri dell’Apocalisse”.
Dunque secondo lo scrittore di fama internazionale, nell’epoca della cyberguerra la Cina sembrerebbe più temibile dell’Urss. E questo Trump sembra averlo capito bene, visti i continui avvertimenti dagli Usa all’Italia su questo nuovo e stretto legame con Pechino. Forse anche in vista della svolta cibernetica attraverso la nuova tecnologia 5G: “Oltre a possedere un arsenale militare che sta espandendo a grande velocità, con una flotta senza rivali nel Pacifico, è la superpotenza economica del 21esimo secolo e non nasconde l’ambizione di dominare il mondo, perfino più di quanto minacciasse l’Urss. Ma non credo che si arriverà a una Guerra Calda. Non solo perché il regime di Pechino teme il confronto militare, ma soprattutto perché ormai le guerre per il dominio planetario si combattono con nuove armi, diverse dal passato: guerre cibernetiche, a colpi di spionaggio elettronico, interferenze occulte, campagne di propaganda”.
In fine Forsyth ha concluso dicendo: “Questa sarà un’apocalisse non più nucleare ma digitale, che può carpire segreti, paralizzare il cuore di uno Stato, distruggerne i centri economici, con effetto non meno letale di quello dei bombardieri o dei missili atomici. Come dovrebbe rispondere l’Occidente? In tre modi. Non cedere ai ricatti economici. Non chiudere gli occhi davanti alle interferenze occulte. E rispondere colpo su colpo alla cyberguerra”.
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