Chiesa nel caos. Terremoto nella chiesa cattolica dopo la morte di papa Ratzinger. La possibile scossa tellurica, che preannuncia uno scisma, è mossa dall’ala conservatrice americana, quella della “fronda” abusiva che abusivamente si richiamava a Ratzinger e che ora potrebbe rivendicare autonomia.
Secondo il Corriere della Sera, ora che l’argine rappresentato in questi anni da Benedetto XVI, “elemento decisivo di stabilizzazione e di distensione” come dicono di lui in Vaticano, non c’è più, le spinte in opposizione a Francesco potrebbero prendere il sopravvento e provocare instabilità, in Vaticano e in tutta la Chiesa.
Ratzinger ha sempre tenuto a bada la fronda degli oppositori di Bergoglio. Ma ora le spinte centrifughe sono senza controllo, specie quelle cresciute nell’ultimo decennio negli USA. Come riporta il Corriere della Sera, già nel 2019 Francesco aveva dichiarato: “Io prego che non ci sia uno scisma, ma non ho paura: nella Chiesa ci sono stati tanti scismi…”. Mostrando di non temere la minaccia rappresentata dalla ostile destra cattolica americana, ricca di finanziamenti e di network. I più acerrimi estremisti fanno capo all’ex nunzio di New York Carlo Maria Viganò, arcivescovo ora in pensione, che già nel 2018 chiese le dimissioni di Bergoglio. Poi ci sono il cardinale ultraconservatore Raymond Leo Burke, noto oppositore di Francesco, è la sotterranea “resistenza” dei vescovi americani, che a novembre hanno eletto a maggioranza come nuovo presidente Timothy P. Broglio, ordinario militare e già segretario dell’allora cardinale Segretario di Stato Angelo Sodano. Una candidatura invisa a Francesco.
Ma il vento dello scisma soffia anche in Germania, con il Sinodo della chiesa tedesca che riflette e dibatte su sacerdozio femminile, la possibilità di benedire le coppie gay e la revisione del celibato sacerdotale obbligatorio. Il malumore episcopale anti Bergoglio è presente anche in Italia, Francia e Spagna. Una situazione non certo facile in vista del Sinodo previsto per l’ottobre 2023.