È polemica vera a Messina per un funerale assai particolare che si è svolto in piena emergenza coronavirus. Già, perché le immagini di auto e persone in strada per l’occasione hanno subito fatto il giro dei social, e a preoccupare ancora di più è il fatto che il funerale era del fratello di un boss della mafia. Nella città dello Stretto, con il sindaco Cateno De Luca pronto a denunciare qualsiasi assembramento e che voleva controllare lui stesso anche gli sbarchi sullo Stretto, nessuno si è accorto del funerale? Come riporta Repubblica, “il presidente della commissione regionale Antimafia Claudio Fava attacca: ‘Mentre in Italia non si celebrano pubblicamente funerali né matrimoni, com’è stato possibile che a Messina in cento abbiano accompagnato al cimitero il feretro del fratello di un capomafia?'”.
Dietro la bara di Rosario Sparacio, fratello del boss Luigi, “sabato pomeriggio c’erano auto, moto, amici – dice Fava – dal sindaco Cateno De Luca sempre pronto a rumoreggiare con la fascia tricolore al petto stavolta è venuto solo il silenzio”. Su quanto avvenuto sabato scorso ha acceso i riflettori anche la questura che ha avviato degli accertamenti: secondo alcuni testimoni si è trattato di un corteo con diverse auto e moto al seguito e ritrovo davanti al cimitero comunale. Intervengono anche i 5 stelle. “Nonostante sia vietato celebrare funerali a causa dell’emergenza coronavirus, a queste persone è stato addirittura permesso di accompagnare a piedi il feretro”.
Lo dichiarano i componenti del MoVimento 5 Stelle della commissione bicamerale d’inchiesta Antimafia. In serata arriva la replica di De Luca: “Se invece di strumentalizzare i fatti per attaccarmi – dice De Luca – si fossero accertati i fatti, avrebbero scoperto che venerdì scorso, nel primo pomeriggio, il sig. Sparacio Rosario, già gravemente malato, è deceduto all’interno della propria abitazione. Constatato il decesso, trascorse le canoniche 24 ore di osservazione, nel pomeriggio di sabato 11 aprile il feretro è stato trasportato dall’abitazione sita in via del Santo fino al Camposanto in via Catania dove è stato deposto in attesa della tumulazione”.
Spiega ancora De Luca: “Non si è trattato né di un corteo funebre né di una celebrazione religiosa, che sono peraltro vietati dalle disposizioni del DPCM come ribadite dallo stesso Arcivescovo di Messina che, da oltre un mese, ha vietato la celebrazione dei funerali. Dunque, quanto in modo becero è definito ‘corteo funebre con oltre cento persone’ non è altro che un mero trasporto della salma per poche centinaia di metri, al quale si sono uniti, in modo estemporaneo, alcuni familiari del defunto, in numero non superiore alla trentina. Sulla partecipazione al trasporto del feretro da parte dei parenti e dei soggetti che sono ripresi nelle fotografie diffuse dalla stampa sta già indagando la Questura, alla quale competono in via esclusiva questo genere di attività e sulle quali mi corre l’obbligo di osservare il massimo riserbo, ragione per la quale fino ad ora non avevo inteso entrare nel merito della questione”.
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