Dopo aver assistito a continui alti e bassi, ecco che si ritorna a parlare in maniera forse un po’ più chiara della fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano (Bpm). Il 23 Marzo scorso è difatti stata approvata la fusione tra i due gruppi: si tratta della prima vera fusione che si è registrata dopo l’entrata in vigore della Legge sulle Banche Popolari.
In arrivo licenziamenti?
Sono però molte le questioni da risolvere che la fusione ha inevitabilmente portato a galla, come ad esempio eventuali esuberi, chiusure delle filiali, mobilità del personale, sovrapposizioni delle sedi e così via.
Pier Francesco Saviotti e Giuseppe Castagna – rispettivamente amministratori delegati di Banco Popolare e Bpm – hanno confermato in più occasioni di non voler procedere ad alcuna forma di esubero o di licenziamento. I due sono estremamente convinti del fatto che questo accordo porterà alla nascita di un gruppo capace di garantire maggiore stabilità a livello di sistema e capace anche di attribuirsi una credibilità tutta nuova agli occhi di utenti e investitori.
Una nuova stagione per le banche
La fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare Milano aprirà forse la stagione delle grandi aggregazioni all’interno del sistema bancario italiano? Nei giorni scorsi è stata proprio la Bce ha ventilare nuove fusioni, proprio per rafforzare il sistema bancario italiano dopo lo scandalo delle quattro banche popolari salvate in extremis.
Castagna e Saviotti, dunque, dovranno lavorare in modo congiunto per trattare con il sindacato al fine di placare gli animi, in attesa che a pronunciarsi su questa vicenda sia la Uilca, il sindaco dei lavoratori oprati nel settore del credito, per voce del suo segretario generale Massimo Masi. L’intervento è atteso non prima della presentazione del Piano Industriale.