Un’aggressione in pieno giorno avvenuta per un motivo agghiacciante, il colore della pelle della vittima. In una città che si trova a fare i conti già da qualche giorno con l’allarme legato al razzismo, dopo alcune dichiarazioni del sindaco che avevano fatto il giro dei social. L’episodio ha visto come protagonista, suo malgrado, il sacrestano di colore della Basilica di Santa Maria Assunta di Gallarate, nel Varesotto. Deodatus Nduwimana, italiano originario del Burundi e da quasi 20 anni nella basilica, ha riportato una lussazione.
Nduwimana ha spiegato che finora c’erano state da parte della stessa persona solo insulti e minacce a parole. “È successo in pieno giorno – ha riferito a Varesenews il sacrestano, annunciando che presenterà denuncia – stavo andando ad aprire la basilica, lui era lì come sempre e mi ha spinto dopo avermi insultato. Ho paura per la mia vita. Questa persona è sempre in piazza, è un nullafacente e mi ha preso di mira”.
Nelle scorse ore, il sindaco di Gallarate Andrea Cassani, aveva riportato sul suo profilo ufficiale su Facebook la notizia di un incendio doloso a un’auto nella sua città con il commento: “Tunisino dà fuoco ad auto per passare il tempo: succede anche questo in Italia, dove un sessantenne tunisino, siccome si annoiava, ha incendiato un’auto. In un mondo giusto quest’uomo dovrebbe ripagare l’auto e poi essere riaccompagnato a calcioni nel sedere nel suo paese d’origine. In Italia andrà a finire che non farà nemmeno un giorno di carcere e non caccerà nemmeno un euro per ripagare i danni”.
Poco dopo era venuta alla luce la verità: la notizia era falsa, o meglio, ribaltata. Era infatti stato un 60enne italiano, con problemi psichici, a dare fuoco all’auto di un cittadino tunisino. Vittima, quindi, non autore dell’atto doloso. In un clima che rischia di farsi sempre più incandescente.
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