Secondo quanto stabilito da Arera, dal 1° dicembre 2023 la bolletta del gas scende del 6,7% nel mercato tutelato. Una diminuzione dovuta sicuramente alle temperature più simili alla primavera che all’inverno.
In tal proposito però, si è espresso il Codacons dichiarando: “la riduzione del tutto insufficiente, e non salverà gli italiani dai rincari che li attendono con la fine del mercato tutelato”.
Seppur in discesa rispetto al 2022, la spesa per il gas di una famiglia tipo ha raggiunto una media di 1.307 euro nel 2023, più alta del 15,7% rispetto al 2021 e addirittura del +34% sul 2020. Questo significa che rispetto a tre anni fa un nucleo ha speso nel 2023 in totale ben 332 euro in più solo per le forniture di gas, e causa della situazione dei prezzi che è tutt’altro sotto controllo.
Dal 10 gennaio mercato libero
Il giorno da cerchiare in rosso sul calendario per le bollette dell’elettricità è il 10 gennaio 2024: per quella data, infatti, per effetto delle decisioni adottate dal governo, cesserà il mercato tutelato per tutti i clienti domestici, vale a dire quello in cui le condizioni economiche (prezzo) e contrattuali sono definite dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera).
“Se poi il Governo non rinnoverà lo sconto dell’Iva al 5%, scaduto il 31 dicembre, allora sarà la definitiva Caporetto per le famiglie” ha detto Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unc. Per l’associazione, “dato il prezzo del gas comunicato oggi, infatti, il mancato rinnovo della riduzione dell’Iva comporterà una tassa da 168 euro su base annua, che salirà a 213 considerando anche il ripristino degli oneri di sistema ora azzerati”.
L’avvertimento del Codacons
“Le previsioni per il 2024 non sono rosee – avverte il presidente del Codacons Carlo Rienzi – Il ritorno delle aliquote Iva a pieno regime a partire da gennaio e l’addio al mercato tutelato dell’energia, gettano ombre inquietanti e faranno schizzare al rialzo le bollette degli italiani, considerata la grande volatilità dei prezzi dell’energia sui mercati internazionali e il rischio di speculazioni e pratiche scorrette nella delicata fase del passaggio al mercato libero”.