Lo storico regista personale di Silvio Berlusconi, Roberto Gasparotti, ha criticato aspramente il videomessaggio che l’ex premier ha inviato alla convention azzurra di Milano durante la sua convalescenza. Gasparotti ha definito il filmato “angoscioso” e ha affermato che Berlusconi è stato mandato allo sbaraglio. Gasparotti ha lavorato al fianco del Cavaliere per 42 anni, seguendolo ovunque in Italia e all’estero.
In un’intervista a Repubblica, Gasparotti ha affermato che il video non ha trasmesso alcuna speranza ma solo angoscia. Ha sottolineato che Berlusconi ha sempre trasmesso speranza agli altri e che in questo video, invece, ha espresso compassione. Gasparotti ha dichiarato che il video doveva essere evitato scientificamente e ha criticato il fatto che Berlusconi sia stato fatto sedere dietro un tavolino con una bandiera in un ospedale.
Una scelta sbagliata
Secondo Gasparotti, la scelta di mandare il video alla convention azzurra era sbagliata e ha affermato che sarebbe stato meglio trasmettere un filmato con tutti i successi di Berlusconi nell’imprenditoria, nello sport e nella politica e poi farlo comparire per tre secondi: “Ciao a tutti, mi sto curando, a presto”. Gasparotti ha definito la registrazione di ventuno minuti “un errore” e ha affermato che “forse farlo vedere in qualsiasi modo, conviene a chi lo circonda. A gente che neppure è capace di portare quattro soldi al partito”.
Gasparotti ha criticato anche l’entourage di Berlusconi, sostenendo che oggi il Cavaliere non ha più grandi consiglieri come Paolo Bonaiuti, Giuliano Ferrara e Gianni Letta, che erano i tempi del Mattinale. Gasparotti ha affermato che la politica e i tempi sono cambiati e che oggi Berlusconi è anziano e il video è stato realizzato in condizioni difficili. Tuttavia, ha sottolineato che il video della discesa in campo di Berlusconi nel 1994, che lui stesso filmò, trasmetteva emozioni e speranza.
Gasparotti ha respinto l’idea che la sua critica al video sia dovuta al fatto che non è più nel giro di Berlusconi. Ha affermato che la sua critica è motivata dalla sua lunga esperienza al fianco del Cavaliere e dal desiderio di vedere il suo presidente al meglio