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Ucraina, Gelmini contro Berlusconi: “Non posso credere che abbia detto quelle parole”

La guerra in Ucraina rischia di spaccare Forza Italia. Oggi infatti si assiste ad un inedito scontro tra il leader Silvio Berlusconi e il ministro per gli Affari regionali Maria Stella Gelmini. La Gelmini, considerata fino a ieri una fedelissima del Cavaliere, critica aspramente le dichiarazioni del suo capo sul fatto che anche l’Italia debba considerarsi in guerra, visto che invia armi sempre più pesanti a Kiev. Posizione che suscita la reazione stizzita del ministro che non si capacita del fatto che proprio Berlusconi abbia pronunciato quelle parole.

Maria Stella Gelmini e Silvio Berlusconi

“Non posso credere che il presidente Berlusconi abbia detto quelle parole. – dichiara stupita la Gelmini all’Ansa – Immagino sia stato frainteso. Siamo un movimento politico filo atlantista, europeista e ci siamo chiamati in passato ‘Popolo della libertà’. Ma la libertà non può valere solo per noi: è un bene indivisibile, come ci ha insegnato proprio Berlusconi, e oggi è la libertà per la quale lottano gli ucraini. Se è cambiata la linea qualcuno dovrebbe dircelo”, il ministro bacchetta così il suo leader.

“Il tempo di Pratica di Mare purtroppo è finito. – affonda ancora il colpo Maria Stella Gelmini – E oggi ogni ambiguità di filoputinismo ci reca danno e incrina la necessaria unità del Paese. Non possiamo mostrare esitazioni su questo, perché così facendo agevoliamo la falsa narrazione russa e ci allontaniamo dal Partito popolare europeo e dai nostri alleati. Io sto dalla parte dell’Ucraina, dei quaranta Paesi democratici che la stanno sostenendo, dell’Ue e della Nato e sono certa che Forza Italia ribadirà questa linea”, conclude la ex fedelissima del Cavaliere.

Il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, con il capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini (S), al termine dell’incontro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale, Roma, 5 aprile 2018. ANSA/ETTORE FERRARI

“Io temo che questa guerra continuerà. – aveva avvertito il giorno prima Berlusconi dal palco di Treviglio – Siamo in guerra anche noi perché mandiamo le armi in Ucraina. Adesso mi hanno detto che manderanno anche carri armati e cannoni pesanti. Lasciamo perdere”, commentava infastidito la decisione del governo di inviare altre armi a Kiev. “Tutto questo cosa significa? Significa che avremo dei forti ritorni delle sanzioni che abbiamo fatto alla Russia sulla nostra economia. Già si è fermato lo sviluppo, avremo una diminuzione del nostro Prodotto interno lordo”.

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