Genova cerca di rialzare la testa, lasciandosi alle spalle le feroci polemiche che continuano a trascinarsi da quel maledetto Ferragosto del 2018, quando il Ponte Morandi crollò di colpo causando la morte di 43 persone e scatenando feroci accuse nei confronti di Autostrade per l’Italia, accusata di aver trascurato colpevolmente per anni la condizione dei viadotti e delle gallerie italiane continuando nel frattempo a intascare i pedaggi degli automobilisti. La struttura che sostituirà quella vecchia, venuta giù di schianto, è infatti oggi quasi pronta.
Il nuovo ponte, progettato da Renzo Piano, ha visto in queste ore intensificarsi i lavori: l’opera è già visibile per quasi la sua metà, dopo il completamento di alcune delle fasi più delicate della costruzione. Nei prossimi giorni sarà sollevata fino a 40 metri d’altezza la prima delle tre campate lunghe 100 metri, quella più a ponente. Tutti i tratti di impalcato montati finora misuravano la metà e sono stati sollevati grazie alle gru del cantiere.
Le nuove operazioni saranno rese più difficili per via delle dimensioni e del peso della maxicampate, oltre 1800 tonnellate. Per riuscire a portare a termine il compito, gli operai ricorreranno ai cosiddetti “strand jack”, martinetti idraulici già usati per lo smontaggio del Ponte Morandi. Il tutto mentre il sindaco di Genova Marco Bucci, commissario alla ricostruzione, continua il pressing sul pool industriale “Per Genova” affinché venga rispettato il piano di marcia.
Il primo cittadino ha annunciato “avremo oltre 500 metri di ponte, di cui 350 consecutivi”. Secondo il cronoprogramma, tutti gli impalcati dovrebbero essere al proprio posto entro il 20 marzo. Il nuovo viadotto sarà lungo un chilometro e 67 metri. Nel frattempo, l’ultima trave del Morandi ha lasciato il cantiere.
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