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Germania contro Italia, il veto del governo tedesco a una possibile fusione tra Unicredit e Commerzbank

Tra i due Paesi è scoppiata una tensione silenziosa, legata al settore bancario. L’Italia, con Unicredit, si trova in una posizione vantaggiosa rispetto alla tedesca Commerzbank. Questa situazione è forse insolita, poiché storicamente l’Italia ha spesso subito l’influenza e il predominio economico tedesco. Tuttavia, il governo di Berlino ha risposto ufficialmente alle dichiarazioni di Andrea Orcel, amministratore delegato di Unicredit, che ha sollevato la questione delle regole del mercato unico presso la Commissione Europea, guidata dalla tedesca Ursula von der Leyen, e indirizzata all’esecutivo di Olaf Scholz. “Non chiediamo di entrare nel consiglio di amministrazione di Commerzbank”, ha dichiarato Orcel, cercando di stemperare le tensioni, ma la risposta dalla Germania è stata fredda. Il governo di Berlino teme infatti che una fusione tra Unicredit e Commerzbank porti la Germania a un ruolo marginale.

Il governo tedesco ha replicato in modo chiaro: “Unicredit ha pieno diritto di acquisire quote di Commerzbank, ma la Repubblica federale tedesca, in qualità di azionista, ha il diritto di opporsi”. Si tratta quindi di un vero e proprio veto. Come riportato da Mariarosaria Marchesano su Il Foglio, la situazione potrebbe ora entrare in una fase di stallo, a meno che i nuovi vertici di Commerzbank non decidano di aprire a una trattativa. “Ma c’è un elemento importante da considerare: mentre Orcel interveniva a Londra, Deutsche Bank, la principale banca tedesca da cui si attendeva una reazione difensiva su Commerzbank, ha dichiarato di non essere interessata a una simile operazione e di non sentirsi pronta per iniziative di consolidamento”. La rinuncia di Deutsche Bank sembrerebbe quindi facilitare i piani di Unicredit, anche se la questione è tutt’altro che semplice.

Il principale ostacolo? L’opposizione, manifestata fin dall’inizio, da certi ambienti tedeschi, specialmente sindacali e politici. Dalla Germania si critica Unicredit per la sua eccessiva esposizione al debito italiano, cercando di rilanciare l’accusa tradizionale di scarsa disciplina nei conti pubblici italiani. È un tema ricorrente nelle relazioni fra Italia e Germania negli ultimi decenni. Tuttavia, come sottolinea Marchesano, i dati smentiscono l’idea che Unicredit possa essere influenzata da eventuali debolezze strutturali italiane. L’unica spiegazione plausibile dell’atteggiamento di Berlino è dunque evitare una fusione che porterebbe alla nascita di una grande banca paneuropea, un’ipotesi gradita a Bruxelles, ma che creerebbe il più grande istituto bancario in Germania controllato dall’Italia, una prospettiva vista con sospetto e pregiudizio.