Gianluca Vialli se ne è andato ormai da alcuni giorni, ma l’ondata di commozione e di cordoglio degli italiani non accenna a spegnersi. Il quotidiano Il Messaggero riesce ad intervistare Anna Caterina Milanetto, la dottoressa padovana membro dell’equipe medica che operò il campione nel 2017 dopo che gli venne diagnosticato un tumore al pancreas. Il suo ricordo di quei momenti trascorsi con Vialli in sala operatoria è drammatico.
“Gianluca Vialli, che ho avuto modo di seguire nella degenza del 2017 a Milano, rappresenta un esempio ed un modello anche per i pazienti che vedo ogni giorno nell’ambulatorio specifico che si prende cura degli ammalati di tumore al pancreas in clinica a Padova. – esordisce così la dottoressa Milanetto – Era una persona controllata, un atleta di prim’ordine, sicuramente con uno stile di vita sano, eppure la malattia lo aveva colpito lo stesso, però l’individuazione del tumore ad uno stadio iniziale aveva permesso l’operazione che ebbe anche un esito favorevole. Nel caso del pancreas sono solo il 20% i pazienti operabili”.
“Ricordo lo sguardo profondo e al tempo stesso preoccupato di Gianluca Vialli che cercava dal professor Zerbi che era accanto al suo letto qualche segnale di rassicurazione, quegli occhi denotavano al tempo stesso timore e speranza. – questo il ricordo commosso della dottoressa – La moglie era una donna molto bella, educata, discreta con il personale dell’ospedale milanese, che non lo lasciava un attimo e che è stata fondamentale per il suo recupero. Trovo Vialli un valido modello per affrontare la malattia”.
“Oltre all’attività di reparto, svolgo anche quella ambulatoriale, dove vedo ogni giorno, persone che sono affette da tumore al pancreas, ma anche soggetti che hanno una familiarità con questa malattia, che come detto è operabile solo per il 20% dei casi, anche se la scienza sta facendo progressi. – spiega ancora la dottoressa Milanetto – Proprio a Padova con l’Associazione Italiana per lo Studio del Pancreas abbiamo creato un registro che comprende persone che possono essere maggiormente soggette alla malattia e che monitoriamo periodicamente, perché l’individuazione precoce del male è fondamentale per la cura”.
“Gianluca Vialli se ne accorse perché ebbe un attacco itterico. – conclude poi la sua testimonianza – Il suo coraggio e la sua vicenda sono sicuramente uno stimolo per molti pazienti, che mi dicono: se si è ammalato lui che era un grande campione ed è riuscito a sconfiggere il tumore al pancreas, perché non posso farcela anche io? E davvero penso sia da indicare a modello per tante persone che combattono contro la malattia il suo approccio responsabile”.
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