“Non guardiamo solo alla Cina: la Russia può essere il vero motore della ripresa del fashion made in Italy, ma l’Italia deve valorizzare maggiormente i rapporti con questo Paese straordinario. Chi non lo conosce non può giudicare”. A parlare è Gimmi Baldinini, presidente del marchio luxury di calzature made in Italy. Considerato l’italiano del settore più famoso in Russia, Baldinini è probabilmente anche il più esperto conoscitore del mercato dell’ex Urss in ottica fashion e luxury, avendo di fatto contribuito per primo, in quasi 40 anni di lavoro, a una fiorente stagione di internazionalizzazione dell’intero made in Italy. Secondo l’imprenditore, il Paese sovietico potrebbe fare da traino allo sviluppo, vista la rapida ripartenza dell’economia locale dopo il lockdown. E’ urgente però che l’Italia valorizzi maggiormente i rapporti con la Russia, anche tramite lo stop alle sanzioni.
“In Italia la situazione, a cinque mesi dall’esplodere della pandemia Covid-19, è peggio del peggio: gli italiani non spendono, gli stranieri non ci sono. La Russia invece si sta riprendendo bene, e in breve tempo dalla riapertura dopo il lockdown ha recuperato più di un mese di consumi – ha spiegato Baldinini -. E tra poco sarà tutto normalizzato”. I 130 monomarca in Russia, sui 200 negozi che il brand calzaturiero romagnolo ha in una cinquantina di Paesi hanno già riaperto e valgono quasi l’80% del fatturato.L’esperienza Covid ha confermato però in Baldinini una convinzione che nutre da anni: “Dobbiamo smetterla di guardare sempre a ovest e legarci di più alla Russia, è una potenza, una terra immensa che ha tutto ciò che serve anche se non in grande quantità, dalle materie prime all’industria ai servizi e sono geograficamente vicini a noi. La Russia può essere il vero motore della ripresa del fashion Made in Italy, ma l’Italia deve valorizzare maggiormente i rapporti con questo Paese straordinario. Chi non lo conosce non può giudicare”.I dazi alla Russia l’ostacolo da superare
“Se l’Italia avesse un rapporto migliore con la Russia tanti problemi del nostro made in Italy non ci sarebbero, visto che i russi ci amano, tanto da considerarci un Paese che incarna a pieno i loro ideali di lifestyle. Il problema sono le sanzioni, non tanto per le calzature, ma per esempio su prodotti food, che ora gli stessi russi importano da economie limitrofe o, ancora meglio, che hanno iniziato a produrre dentro i loro confini. In pratica con le sanzioni abbiamo danneggiato noi, non i russi. Adesso che l’economia riparte – ha concluso Baldinini – e, soprattutto per dare ossigeno ai nostri consumi, prima che sia troppo tardi, i dazi dovrebbero essere annullati per sfruttare questa grande opportunità”.
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