Il ministro Giorgetti, 14 miliardi di interessi sul debito nel 2024. “Come ministro dell’Economia mi alzo la mattina e condivido le angosce, le preoccupazioni di tanti imprenditori e famiglie che si alzano con il debito sulle spalle. Anche io da ministro mi alzo con un grande debito sulle spalle: 2.859 miliardi. Significa che soltanto l’anno prossimo, per interessi in più dovremo pagare 14 miliardi, 14 miliardi sottratti ad aiuti, sanità, riduzione delle tasse“. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha fatto questa pesante dichiarazione al raduno della Lega a Pontida.
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Ministro Giorgetti: 14 miliardi di interessi sul debito nel 2024
L’ammissione dal palco di Pontida del ministro Giorgetti: 14 miliardi di interessi sul debito nel 2024. L’attenzione del ministro si sposta poi sulla tassa sugli extraprofitti delle banche, da sempre pallino dei governi, da sempre strumento che non restituisce quanto ci si aspetta. “Si potrà perfezionare, si potrà migliorare, ma ribadisco che quella tassa è giusta”.
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Sul palco di Pontida, Giorgetti legge la lettera di un anziano su un giornale, in cui si sottolineava la banca ha usato i risparmi suoi e della moglie “a costo quasi zero per dare prestiti a oltre il 4% annuo”, e che “tassare l’extraprofitto sarebbe giusto e doveroso, non farlo sarebbe l’ennesima beffa ai danni dei risparmiatori e un ingiusto arricchimento per le banche. Banchieri, analisti e giornalisti finanziari non saranno d’accordo, ma per chi fa politica questo tipo di appello non potrà essere dimenticato”.
Stangata sui consumi, la spesa italiana giù di 3,7 miliardi
Il caro vita sta influenzando negativamente i consumi delle famiglie italiane. Secondo le previsioni del Centro Europa ricerche per Confesercenti, la spesa delle famiglie dovrebbe diminuire nel secondo semestre di 3,7 miliardi rispetto ai primi sei mesi dell’anno. Questa tendenza è causata principalmente dall’erosione del potere d’acquisto a causa dell’alta inflazione, che continua a superare il 5%, e dalla riduzione dei risparmi utilizzati per mantenere i livelli di consumo precedenti. Inoltre, l’aumento dei tassi di interesse promosso dalla Bce ha ulteriormente frenato i consumi, specialmente per le famiglie con mutui a tasso variabile.
La crescita complessiva della spesa delle famiglie per l’intero anno dovrebbe attestarsi solo all’0,8%, in netto contrasto con il +4,6% registrato l’anno precedente. La quota dei consumi sul Pil rischia di essere la più bassa dal 2000, calando dal 59,8% al 59,3%, ma in termini reali (al netto dell’inflazione) sarebbe solo del 58,4%.
Confesercenti suggerisce che per invertire questa tendenza occorre agire tempestivamente. Per riportare la crescita in linea con gli obiettivi, sarebbe necessario aumentare i consumi di 4 miliardi nel secondo semestre, contribuendo a far salire la crescita del Pil da 0,6 a 0,9 punti. Una possibile soluzione proposta è detassare le tredicesime per un totale di 4,3 miliardi, anche se ciò comporterebbe un minor introito fiscale. Tuttavia, si prevede che la crescita economica generata dalla maggiore spesa per consumi compenserebbe in parte questa perdita, portando a un aumento del gettito fiscale di 1,3 miliardi e riducendo il costo complessivo dell’intervento per il bilancio pubblico a 3 miliardi di euro.
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