Altissima tensione nel governo alla vigilia del Consiglio dei ministri del 5 gennaio in cui dovrebbero essere varate le nuove misure anti pandemia. Ma mai come in questo caso il condizionale è d’obbligo. Secondo un drammatico retroscena pubblicato da Repubblica, infatti, pare che il ministro dello Sviluppo economico, il leghista Giancarlo Giorgetti,si sia apertamente ribellato a Mario Draghi. La proposta del premier di varare l’obbligo vaccinale per tutti gli italiani, o almeno la formula del Super green pass anche sui posti di lavoro, sarebbe stata respinta con fermezza al mittente. Ma Giorgetti si sarebbe anche spinto più in là, considerando di fatto chiusa l’esperienza di questo governo.
L’ultima persona da cui Draghi si aspettava un attacco così duro è proprio Giorgetti, considerato fino a ieri il leghista più vicino al premier. Un confidente e quasi un amico. Ma evidentemente chi la pensava così si sbagliava, stando almeno alla ricostruzione di Repubblica. “No al 2G e all’obbligo vaccinale”, avrebbe tuonato l’esponente del Carroccio, minacciando addirittura di disertare il Cdm di oggi. E a complicare la situazione potrebbe mettercisi anche il M5S, visto che si vocifera che il ministro Stefano Patuanelli potrebbe in ogni caso non prendere parte alla riunione.
Pentastellati che sarebbero anche tentati dalla mossa di portare in Parlamento, invece che solo in Cdm, una mozione riguardante proprio i temi dell’obbligo vaccinale e del Super green pass sul lavoro. Un affronto per Draghi dover attendere una votazione parlamentare prima di poter agire. Per questo il premier starebbe pensando seriamente di cedere alle pressioni, facendo approvare solo l’obbligo per gli over 60 (no si capisce se solo sul lavoro o ovunque, ndr).
Se, invece, il premier dovesse insistere sul vaccino obbligatorio per tutti sul posto di lavoro, a questo punto rischierebbe l’astensione di Lega e M5S, o addirittura un voto contrario. A peggiorare ulteriormente la situazione, poi, è ancora Giorgetti. Il leghista si sarebbe sfogato nei corridoi di Montecitorio, si legge su Repubblica, “confidando di considerare ormai esaurita la spinta che ha portato alla nascita dell’esecutivo e la sua esperienza” da ministro.
Potrebbe interessarti anche: Salvini chiude il caso Giorgetti: “Non c’è mai stata guerra”