Giancarlo Giorgetti gela Salvini e la Lega dopo che il segretario ha deciso di firmare il manifesto europeo dei sovranisti con Orban, Le Pen e Meloni. L’atteggiamento verso l’Europa torna dunque a increspare le acque della Lega che in patria sta nel governo dell’europeista Draghi, e in Ue si schiera invece con gli oppositori. Giorgetti, il leghista più vicino al premier ex Bce, prima si lascia sfuggire a proposito del documento euroscettico un singolare “dico la verità, non ho fatto a tempo a leggerlo”, per poi, mentre montavano sospetti e indiscrezioni, precisare che nella Lega la responsabilità della politica estera ora spetta a Lorenzo Fontana. (Continua a leggere dopo la foto)
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“È una persona per bene – dice Giorgetti, molto scettico e molto contrariato da quel documento – credo che abbia lavorato per fare dei passi in avanti. Quindi non penso abbia fatto una cosa sbagliata”. Diplomazia appunto e frasi misurate per mandare messaggi certi. Ma per mettere a tacere le voci di dissenso si rende necessaria una telefonata tra Giorgetti e lo stesso Fontana. A cui tocca dare la versione ufficiale: “In Europa l’obiettivo della Lega è quello di avere maggiore forza per incidere. Con il Manifesto siglato nei giorni scorsi possiamo uscire dall’isolamento e ambire ad essere il secondo gruppo per numero di parlamentari in Europa”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Sistemato il fronte interno, per la Lega rimane aperto quello con il Pd. “È come tifare contemporaneamente Milan e Inter”, dichiara Enrico Letta, bocciando il doppio registro di Matteo Salvini, entusiasta sostenitore del governo europeista e nel contempo firmatario della Carta dei valori dei sovranisti. Ma il leader leghista gli ributta indietro la palla: “Letta si occupi di Italia, lasci stare l’estero”. (Continua a leggere dopo la foto)
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E i capigruppo di Camera e Senato Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo sono tranchant: “Letta abbia la decenza di non parlare di alleanze, visto che pur di restare al potere il Pd si è alleato con chiunque”. Poi arriva anche Debora Serracchiani (Pd): “L’agenda del governo Draghi è l’agenda del Pd. Non si può dire lo stesso della Lega, a cominciare dalla giustizia e dal fisco. Se c’è qualcuno che deve trarre le conseguenze, cari Molinari e Romeo siete proprio voi”. Insomma, Salvini va da una parte, Giorgetti dall’altra.
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