“La strategia dei porti chiusi si è dimostrata un fallimento, il tentativo (abortito) di sbarchi selettivi ha creato un grosso problema con la Francia e il rapporto con l’Europa è fin troppo importante (e certo non solo per i migranti) per insistere con il pugno duro contro le Ong”, scrive oggi la Repubblica.
È anche per questo che venerdì il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, “ha dovuto ingoiare un altro boccone amaro e rinunciare al nuovo braccio di ferro con le navi umanitarie”.
L’indicazione arrivata da Palazzo Chigi è stata netta, sulla linea assai più morbida del ministro degli Esteri Antonio Tajani che non fa mistero di non condividere la crociata di stampo leghista contro le Ong. Insomma, Giorgia apre i porti.
E così le autorità italiane hanno assegnato un porto sicuro alle navi Geo Barents e Humanity 1, che nella serata di venerdì risultavano entrambe al largo di Catania, poco al di fuori delle acque internazionali.
Geo Barents, con 248 persone a bordo tra le quali donne e minori non accompagnati, arriva a Salerno. “Dopo due richieste di luogo sicuro inviate alle autorità italiane, è stato assegnato il porto di Salerno per lo sbarco dei 248 bambini, donne e uomini attualmente a bordo della GeoBarents”, ha scritto su Twitter Medici senza Frontiere. “Impiegheremo oltre 24 ore per arrivare a Salerno con condizioni meteo avverse ma avere un luogo sicuro per lo sbarco è finalmente una buona notizia per tutte le persone sopravvissute dopo le esperienze traumatiche che hanno affrontato”, prosegue.
Humanity 1, sulla quale si trovano 261 naufraghi, invece, a quanto si apprende, andrà a Bari. L’ong tedesca Sos Humanity questa settimana ha compiuto una serie di salvataggi al largo delle coste libiche.