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Giorgia Meloni accetta di incontrare Calenda: “Non ci sono oscure trame”

L’incontro tra Carlo Calenda e Giorgia Meloni si farà. Nella serata di mercoledì 23 novembre è Palazzo Chigi a confermare che il presidente del Consiglio e il leader di Azione potrebbero vedersi faccia a faccia già la prossima settimana. A lanciare la proposta era stato Calenda durante la presentazione della contromanovra economica del suo partito. E la risposta positiva del premier non è tardata ad arrivare. Calenda spiega su Twitter i motivi dell’incontro.

Giorgia Meloni e Carlo Calenda

Il cortocircuito politico tra Carlo Calenda e Giorgia Meloni si verifica durante e dopo la conferenza stampa in Senato del leader di Azione. Calenda considera la manovra economica appena approvata dal governo “una presa in giro, in primis per gli elettori del centrodestra”. Per questo presenta otto proposte del suo partito su fisco, welfare e sviluppo che, con le stesse coperture previste da questa legge di bilancio, “offrono risposte vere al Paese”.

Dopo il bastone però arriva anche la carota. “Chiediamo un incontro urgente. Lei è nuova nel ruolo e credo vada aiutata, non solo contestata. Noi siamo disponibili”, si fa avanti Calenda. Tempo poche ore e fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che l’incontro tra i due si farà, probabilmente già nel corso della prossima settimana.

“Incontrare il governo sulla manovra è importante. – scrive allora sul suo profilo Twitter Carlo Calenda – L’opposizione non si fa andando sempre in piazza ma proponendo alternative. E la politica non è una guerra perenne tra nemici ma un confronto tra avversari nell’interesse del paese. Ringrazio Giorgia Meloni per la disponibilità”. Poi, con un altro cinguettio rassicura che “non ci sono oscure trame o promesse di ‘stampelle’, ma il normale dialogo che avviene in tutti Paesi maturi tra maggioranza e opposizione che tali restano. Cerchiamo di ‘normalizzare’ la politica italiana e di legarla ai contenuti. Basta conflitto ideologico infinito”.

Durante la stessa conferenza stampa, il leader di Azione cerca però di aprire anche un altro fronte di possibili alleanze: quello con Pd e M5S sul salario minimo. “Sul salario minimo io è dal primo giorno che ho presentato una proposta: quindi in Parlamento se si uniscono altre forze è un bene. Lo vedremo”, gli risponde immediatamente il leader pentastellato Giuseppe Conte. Il vicesegretario del Pd, Giuseppe Provenzano, definisce il salario minimo “una vera urgenza del Paese” e spera che “a partire dai temi prevalga la ragionevolezza politica: per essere più efficaci le opposizioni devono collaborare e coordinarsi. Se non sulla politica, almeno sui temi concreti”.

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