In extremis ma ce l’ha fatta! La manovra di Giorgia Meloni ha avuto l’ok finale alla Camera con 197 sì. Adesso la legge di bilancio passa al Senato per essere approvata entro il 31 dicembre ed evitare così l’esercizio provvisorio.
Tra le polemiche, i mille errori, i ripensamenti, le bandiere ammainate (vedi il pos), il governo ha alla fine approvato una Finanziaria piccola piccola. Piatta. L’ha definita così Carlo Calenda e non gli si può dare troppo torno. “Pronti? Per niente. Con i problemi che abbiamo tu discuti del Pos? – ha detto il leader del Terzo Polo – Durante il nostro incontro ci eravamo trovati bene, poi non so cosa sia successo. Non sapevano nemmeno loro cosa volevano. La situazione è deragliata. Sono successe cose mai accadute. È uscita fuori una Manovra insensata. Una cosa così non l’ho mai vista. Neanche Berlusconi nei giorni peggiori, non c’è nulla, è piatta”.
“Una manovra senza coraggio che mette a rischio la coesione sociale, penalizza il ceto medio, che non fa nulla per l’aumento degli stipendi dei lavoratori mentre per le imprese propone misure che non servono alla crescita”, lo ha detto il leader del M5S, Giuseppe Conte, durante le dichiarazioni di voto a Montecitorio sulla manovra. “Vi è arrivato il plauso dei falchi europei dell’austerita’ – ha aggiunto Conte confermando il voto contrario del gruppo M5S – tutto adesso diventa piu’ chiaro: il vostro slogan della campagna elettorale conteneva un errore, non ‘siamo pronti’, ma ‘siamo proni’. Siete andati in Europa con il cappello in mano senza mai far pesare l’interesse italiano, come potete parlare di patriottismo”, ha aggiunto Conte, sottolinenado come Meloni a Bruxelles, per la prima volta, non abbia tenuto la “canonica” conferenza stampa al termine del vertice Ue.
“La legge uscita dal Cdm è iniqua e inadeguata ad affrontare le difficoltà del Paese, così com’è giunta in Aula dà a chi ha di più e toglie a chi ha meno, non investe sul futuro anzi. L’Italia avea bisogno non solo di ben altro, ma din tutt’altro: più coraggio, energia, visione, capacità di ascolto ma soprattutto più giustizia. Una manovra profondamente ingiusta” che attraverso “una decina di condoni: si chiama far cassa sui più poveri”. Così Debora Serracchiani, capogruppo del Pd alla Camera, nel suo intervento in Aula durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia alla Manovra. “La destra di governo – aggiunge – considera la povertà una colpa, e questa è la manovra di bilancio politica che rappresenta la carta di identità della destra di governo”.