Giorgia Meloni in picchiata nei sondaggi. È definitivamente esaurito l’effetto luna di miele post-elettorale. Il sondaggio di Pagnoncelli su Repubblica mostra come la presidente perda 4 punti percentuali nel gradimento. I suoi elettori non approvano proprio i provvedimenti bandiera. Rave party e norme sugli ecovandali non sono ritenuti interventi importanti.
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Giorgia Meloni non convince più, è in picchiata nei sondaggi
L’elettorato di riferimento scarica Giorgia Meloni, in picchiata nei sondaggi. Anche l’eliminazione della protezione speciale per i migranti (48%) e la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina (47%) sono ritenuti temi secondari (rispettivamente dal 57% e dal 55% dai cittadini). Maggiore interesse resta sui vincoli posti per accedere al reddito di cittadinanza. Il 56% degli italiani non solo è favorevole ma pensa anche sia rilevante (69%), però questa registrazione è precedente al clamoroso dietrofront sulla questione avvenuto in settimana. Con la beffa del prelievo dei fondi dalle politiche di accesso al lavoro.
Allo stesso modo, c’è un grande consenso, non così informato, per lo stop alle farine d’insetti (59% favorevole, 53% importante), che ignorano evidentemente la possibilità di importarle e non di produrle. Le percentuali più alte di contrarietà si registrano sull’idea di limitare l’uso di lingue straniere nella Pubblica Amministrazione: il 61% non è favorevole e il 75% considera la questione trascurabile.
“È interessante notare che queste divergenze di sensibilità sulle priorità fra l’esecutivo e la popolazione si riscontrano anche tra gli elettori del centrodestra, in alcuni casi persino nel maggiore partito di Governo, FdI”, annota Repubblica. Nelle ultime settimane la fiducia sulla presidente si è ridotta di 4 punti passando dal 46 al 42%. Il Paese ritiene che il governo non stia mantenendo le promesse elettorali (50%).
Il giudizio positivo arriva, invece sull’approccio al turismo e alla cultura, nonostante lo scivolone sulla promozione, anche questo avvenuto dopo la registrazione del sondaggio.
Viene fuori la richiesta che l’esecutivo si occupi di altro e meglio. Calano i ministri cruciali: il Guardasigilli Nordio, della realizzazione del Pnrr Fitto, e dell’agricoltura Lollobrigida. Restano stabili i ministri Urso, imprese e Made in Italy, Sangiuliano, cultura, e Piantedosi, interni. Solo le ministre Santanché, turismo, e Calderone, lavoro, guadagnano fiducia nelle ultime settimane, al contempo per 13 responsabili di dicasteri si registra un trend negativo.
I temi che gli italiani vorrebbero al centro delle politiche di governo
In generale, gli italiani preferirebbero che il Governo si occupasse di lavoro (46%), sanità (41%), economia e la messa in atto delle opere con il Pnrr (31%). Per quanto riguarda le intenzioni di voto, FdI perde ancora percentuali, incalzato dal Pd. La divisione tra Calenda e Renzi fa sprofondare il Terzo polo, spaccandolo tra Azione, al 5%, ed Italia Viva al 2,5%. L’Anniversario della Liberazione d’Italia, così fortemente avversata dai principali referenti istituzionali al governo, unisce invece gli italiani nel ritenere che questi debbano essere presenti alle celebrazioni (73%).
Conclude lo studio: “oltre il 60% pensa che tutti i componenti dei partiti, del Governo e delle Istituzioni, dovrebbero dichiararsi apertamente antifascisti”. Anche sulla propaganda della “sostituzione etnica”, la maggioranza assoluta degli italiani (55%), ritiene che questo pericolo non esista. Con l’eccezione dello zoccolo duro degli elettori di estrema destra, fedeli a FdI e Lega, tra i quali il 90% ritiene esiste un rischio concreto. In pratica, con le uscite sull’argomento, il governo non ha certo allargato il suo consenso.
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