Giorgia Meloni tiene il punto: “Non vaccino mia figlia”. La leader di Fratelli d’Italia aveva già più volte ribadito la sua contrarietà alla vaccinazione contro il Covid della figlia Ginevra di cinque anni. L’ultima era stata appena una settimana fa, ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica. Oggi, però, intervistata dal direttore de La Stampa, Massimo Giannini, la Meloni ci mette anche il carico: “Il vaccino non è una religione”.
“Non vaccino mia figlia perché il vaccino non è una religione, ma una medicina. Quindi valuto il rapporto rischi-benefici. – così Giorgia Meloni a Giannini – Le possibilità che un ragazzo muoia di Covid sono le stesse che uno muoia colpito da un fulmine”, aggiunge riferendosi alle statistiche per i giovani fino ai 20 anni. Ma non è tutto, perché secondo la leader di Fdi, quello contro il Covid “è un vaccino in sperimentazione, che finisce nel 2023”.
Parole di pietra quelle pronunciate da Giorgia Meloni che, parlando di gestione dell’emergenza pandemica, non fa sconti al governo Draghi. Afferma infatti di non vedere “dei grandissimi risultati dall’azione del governo. Tutto il mondo sta uscendo dalla pandemia. L’Italia è il Paese con i provvedimenti più aggressivi e, al contempo, è tra le nazioni con il più alto tasso di contagio e con la maggiore letalità”, accusa.
Nel corso dell’intervista, la Meloni si sofferma anche sul futuro del governo che, dopo l’elezione di Sergio Mattarella al Quirinale, ora le appare “più debole”, visto che Draghi non è riuscito nel suo intento di trasferirsi al Colle. La leader sovranista si augura che il governo non arrivi al 2023, anche se “buona parte dei parlamentari sperano di sì”. Per quanto riguarda lo scontro nel centrodestra, infine, Giorgia Meloni si candida alla guida della coalizione e rivela di aver sentito Silvio Berlusconi due giorni fa che le avrebbe detto di “stare uniti”.
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