Giorgio Armani avrebbe messo a punto un piano per la successione alla sua maison di moda che verrà però reso noto solo dopo la sua morte. A parlarne è oggi il Corriere della Sera. La novità più importante voluta dallo stilista sul destino della sua eredità, si legge sul quotidiano, sarà l’introduzione di “due categorie di azioni prive del diritto di voto, il cui valore totale non può superare la metà del capitale sociale”.
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L’eredità dello stilista Giorgio Armani
In mancanza al momento di ulteriori dettagli, gli addetti ai lavori ritengono che si possa immaginare che l’idea di Giorgio Armani sulla sua eredità sia quella di creare una struttura in cui da una parte qualcuno controlli il capitale, e dall’altra ci si apra a investimenti puri.
Giorgio Armani è fondatore e socio al 99,9% della società che porta il suo omonimo nome. Secondo il Corriere, le novità sulla eredità dello stilista sarebbero state decise con una delibera dell’assemblea straordinaria della società convocata lo scorso 26 settembre per la “modifica dello statuto con efficacia differita”.
“Il presidente illustra le modifiche allo statuto che si propone di adottare e che si sostanziano nella creazione di due categorie di azioni prive del diritto di voto con conseguente modifica […] degli articoli 7.3 (sette punto tre) e conseguentemente […] 16.1, 18.3 e 19.5”, scrive il Corriere. Bisogna inoltre ricordare che Giorgio Armani non ha eredi diretti. Ha tre nipoti che fanno parte del consiglio di amministrazione (Silvana e Roberta, figlie del fratello maggiore Sergio morto tanti anni fa e Andrea Camerana figlio della sorella Rosanna). Ma la questione dell’eredità dello stilista si trascina già dal 2016 quando venne istituita la Fondazione che porta il suo nome ed erano state definite le regole di governance della holding da 2,35 miliardi di ricavi.
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