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Cambia il vento e il giornalista Rai chiede: “Come si cancellano i like a Salvini?”

Cambia il vento, Salvini tra poco non sarà più il dio onnipotente del potere italiano ed ecco qua che nella RAI a trazione sovranista che lui aveva creato ora qualcuno inizia a tremare. Già, perché la possibile nascita (ormai imminente) del governo M5S-PD sta facendo passare i classici cinque minuti di terrore ai tanti lavoratori di viale Mazzini che si erano schierati con la Lega e Salvini per rimediare qualcosa o per mantenerla.

Così in questi giorni circola un aneddoto esilarante: un giornalista del Tg1 non più di primissimo pelo ha chiesto a una collega come si facesse a cancellare la cronologia dei “like”sui social network (elargiti con un po’ troppa disinvoltura a un Capitano in disgrazia).

Dal Tg2 invece fanno notare che alcune clamorose sbavature andate in onda nei mesi passati – come il servizio sulla sharia a Stoccolma, gli attacchi a Fazio e Macron, le aperture di scaletta con il Capitano in ruspa –nelle ultime settimane non si sono viste: la linea rimane quella filoleghista del direttore Gennaro Sangiuliano, ma ora c’è un po’ più di prudenza, anche se ieri sera ha trovato spazio uno scatenato Paolo Becchi contro l’accordo col Pd.

Ma va detto anche che nella nidiata sovranista c’è pure chi non abbandona la nave del Capitano. Come Auro Bulbarelli, direttore di Rai Sport, che continua a inondare di “mi piace” gli slogan di Salvini sui social. O come Paola Bacchiddu, ex sinistra radicale, giornalista di Rai1 ora intransigente con gli ex compagni.

In cima al suo profilo twitter c’è un anatema dell’ex ministro dell’Interno (“Italiani e leghisti tutti ignoranti? La solita arroganza della sinistra, poverini…”). E poi l’eterna Lorella Cuccarini, tornata in auge insieme alle sparate contro l’Ue, oppure Monica Setta, un tempo filorenziana, oggi sovranista e preoccupatissima (“Per il bene dell’economia, servono elezioni subito”, sostiene, pensosa, in un’intervista su Libero).

E pensare che Movimento 5 Stelle e Lega erano quelli che urlavano “via i partiti dalla Rai”. A quanto pare ci si sono infilati per bene dentro e questa ne è l’ennesima dimostrazione. Beati quelli che gli avevano creduto…

 

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