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La virologa Gismondo, direttrice del Sacco: “Burioni? Lasciamolo alla sua gloria…”

La virologa Gismondo, direttrice del Sacco, torna a parlare dell’emergenza coronavirus e a spiegare come stanno le cose. Nel farlo, però, non risparmia una stoccata al suo collega Burioni con cui si è innescata una polemica in questi giorni di panico e allarmismo. Maria Rita Gismondo ha 66 anni, il laboratorio di cui è direttrice – Microbiologia clinica, Virologia, Diagnostica bioemergenze del Sacco – lavora senza pause da due settimane. In un’intervista a Repubblica spiega: “Il governatore Fontana ha detto che questa ‘è poco più di una normale influenza’. Bene. Significa che mi stanno ascoltando”.

Lei è stata attaccata, quando ha chiesto di abbassare i toni, tre giorni fa. Burioni è stato tra i primi a entrare in polemica. E qui la replica della dottoressa è eloquente: “Lasciamo Burioni alla sua gloria”. Cosa si deve fare, allora? “Aspettare. No allarmismo, molta attenzione e molto lavoro da parte nostra. Spiegare le cose alla gente, informare, dicendo onestamente che le cose possono cambiare in bene o in peggio. Ma dire le cose vere con molta obiettività. C’è un bombardamento di notizie che fomentano la paura, c’è stato un lavaggio del cervello collettivo. Sembra che siamo in guerra. Ma non siamo in guerra”.

“In queste settimane sono andata a casa a dormire, due-tre ore a notte. Non si deve dire che non sta succedendo niente, devi dire che è vero, c’è un virus che può passare da una persona all’altra. E se si sta male con la tosse e la febbre, allora si sta a casa. Chi si interessa di salute ha il dovere di spiegare. Così tutti i papà e le mamme si tranquillizzano. Se invece li invadi con video di città deserte, ambulanze a sirene spiegate eccetera, crei il panico. Tutte le misure adottate possono sembrare un’esagerazione, dal punto di vista scientifico. Ma bisogna dare risposte alla gente. Poi, spesso la salute viene strumentalizzata a livello politico. E qui mi fermo. Ma è inaccettabile”.

Quante persone lavorano in laboratorio? “Sei medici, ora saliti a otto. E 15 tecnici. Turni estenuanti, ma non chiudiamo mai, neanche la notte”. Quanto durerà questo virus? “Non penso che la settimana prossima si possa non parlare di coronavirus. Però, quando tutto questo sarà finito, mi farò fare un ciondolo d’oro a forma di coronavirus, che è bellissimo. Poi me lo metto al collo. Sarà il mio trofeo”.

 

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