La tragica fine di Giulia Cecchettin, giovanissima studentessa di Vigonovo, potrebbe nascondere una storia di disperata resistenza. Secondo il medico legale Antonello Cirnelli, le ferite trovate sulle mani e sulle braccia della vittima indicano un tentativo di difesa contro il suo assassino. Il corpo di Giulia è stato scoperto oggi in una remota area montuosa di Piancavallo, in Friuli Venezia Giulia, grazie all’intervento dell’unità cinofila della Protezione Civile.
La posizione del corpo, nascosto alla vista dal ciglio della strada, suggerisce che l’omicida volesse occultare il delitto, rendendo difficile la scoperta della studentessa. Attualmente, le indagini sono condotte congiuntamente dalla Procura di Pordenone, dove è stato ritrovato il corpo, e da quella di Venezia, dove i familiari avevano presentato la denuncia di scomparsa.
Un elemento chiave nella vicenda è l’aggressione subita da Giulia a Fossò (Venezia), documentata dalle telecamere di sicurezza e attribuita all’ex fidanzato Filippo Turetta. La gravità del caso e la complessità delle prove a disposizione hanno messo in moto un’indagine approfondita, con l’obiettivo di fare chiarezza su questo efferato crimine che ha scosso la comunità.
L’attesa ora è per gli esiti degli esami autoptici che potranno fornire maggiori dettagli sulla dinamica degli eventi e sulle ultime ore di vita di Giulia, mentre la comunità locale rimane sconvolta e in attesa di giustizia.
Se Filippo sia vivo o morto nessuno lo sa. Se sia in fuga in Austria o se abbia deciso di farla finita, nessuno lo può dire con certezza. Ma il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi lancia un messaggio: “È un appello al ragazzo affinché si costituisca e possa dare la propria versione dei fatti. La ricostruzione dei fatti che potrebbe fare Turetta sarebbe molto importante, anche per lui stesso. Non continui questa sua fuga e si costituisca”.