La bocciatura dei referendum su eutanasia e cannabis da parte della Corte Costituzionale fa ancora molto discutere. Per questo il presidente Giuliano Amato decide di farsi ospitare da Giovanni Floris a Dimartedì per spiegare la posizione dei giudici. Ma le sue parole rischiano di sollevare un nuovo polverone, visto che Amato punta il dito contro i promotori dei quesiti referendari che “non rappresentano il popolo”.
Floris fa notare al suo ospite come i milioni di cittadini che hanno votato in favore dei referendum su eutanasia e cannabis si sentano “frustrati” perché, nonostante abbiano raccolto le firme e l’articolo 1 della Costituzione dica che “la sovranità è del popolo”, invece “i referendum che propone il popolo non vengono ammessi”. Dopo un attimo di silenzio, Giuliano Amato replica precisando che “la sovranità appartiene al popolo. Ma il popolo siamo 60 milioni di cittadini italiani”.
“Quindi i promotori di un referendum, anche se possono arrivare a rappresentare una parte elevata, non rappresentano il popolo. – affonda il colpo Giuliano Amato – Propongono al popolo un quesito. Ora, la Costituzione stabilisce dei limiti sui quesiti che è bene, giusto e corretto sottoporre ai cittadini. Non voglio riaprire polemiche sui referendum che non sono stati ammessi. A questo punto aspettiamo che escano le sentenze che spiegano le motivazioni. E queste motivazioni saranno oggetto di condivisione e di critica”.
“Lei è stato sottoposto a critiche per la conferenza stampa. Adesso dà anche un’intervista televisiva. Non teme le polemiche?”, gli domanda allora a bruciapelo il conduttore. “Non c’è dubbio. – taglia corto Giuliano Amato – Bisogna che l’Italia si abitui al fatto che una Corte Costituzionale, oltre che a parlare con le sentenze, si adopera anche per spiegarle. Io ritengo che il bisogno di trasparenza nutre la sovranità popolare. E che le permette anche di esercitarsi consapevolmente. E per questo ho ritenuto giusto in questa occasione (spiegare la decisione della Corte)”, conclude.
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