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Dimartedì, Giuseppe Conte: “Ho conosciuto Putin, non è un folle”

Giuseppe Conte è ospite di Dimartedì insieme a Pier Luigi Bersani nella serata del 15 marzo. Il conduttore Giovanni Floris domanda ad entrambi le loro impressioni sulla guerra in Ucraina e sulle motivazioni che hanno spinto il presidente russo Vladimir Putin a dare il via libera all’invasione. Conte lo condanna con decisione, ma racconta anche alcuni aspetti inediti del carattere del capo del Cremlino.

Giuseppe Conte

“Lei lo ha conosciuto Putin, ce lo racconta?”, gli domanda a bruciapelo Floris. “È venuto a Roma e sono stato io a Mosca. – Ricorda Giuseppe Conte – Ci siamo incontrati in vari summit. Abbiamo avuto lunghe conversazioni telefoniche. Anzi ricordo in particolare una lunga conversazione di forse un’ora e mezza, il giorno di Santo Stefano del dicembre 2019. Quindi una giornata festiva. Un’ora e mezza dedicata quasi interamente al problema dell’attuazione degli accordi di Minsk” sull’Ucraina.

“Lui molto puntualmente contestava la controparte per la mancata attuazione e io cercavo di controbattere invece su quelle che erano le violazioni russe. – prosegue Conte – Questo per dire che io non credo, come qualcuno lo sta dipingendo, a un gesto di una follia estemporanea. Ma c’è un disegno strategico. C’è l’Ucraina al centro di un conflitto che è al centro degli interessi della Russia. Ovviamente questa è una aggressione esecrabile che non è assolutamente giustificabile. Però, dietro al Putin che io ho conosciuto negli incontri anche personali, c’è una personalità molto pragmatica. Ovviamente impregnata di un forte sistema ideologico. A quel tempo non ho percepito il rischio di un’invasione”, conclude l’ex premier.

“Se uno dice che Putin è matto, allora chiudiamo il libro e facciamoci il segno della croce. – riflette invece Bersani – Può aver sottovalutato la resistenza ucraina. Può aver sottovalutato la compattezza dell’Europa e dell’occidente e può aver sbagliato qualche conto. Ma noi non abbiamo ancora capito che cosa voglia veramente”.

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