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Spese militari, Mulè attacca Conte: “La mattina rileggiti quello che hai fatto”

Il rischio di crisi di governo sull’aumento delle spese militari sembra rientrato definitivamente. Dopo tanto sbraitare, infatti, il M5S di Giuseppe Conte è sceso a più miti consigli, decidendo di votare la fiducia in Senato al Decreto Ucraina. In cambio, il Movimento ha ottenuto una dilazione dell’aumento delle spese per armamenti in ambito Nato dal 2024 al 2028. La partita con il premier Mario Draghi ovviamente non è chiusa, ma per il momento tra i due è pace fatta. Il sottosegretario alla Difesa in quota Forza Italia, Giorgio Mulè, non risparmia però gravi critiche a Conte.

La conduttrice di Omnibus Gaia Tortora legge un articolo apparso sul Corriere della Sera, dove si riportano tutte le spese militari sostenute dall’Italia durante i governi guidati da Giuseppe Conte. Tra queste, una “spesa record” per gli aerei F-35. “Conte bisogna vedere a che ora parla del giorno, perché la mattina ne dice una e la sera un’altra. – commenta con durezza Mulè – Lui fa finta di non sapere che queste cose erano state dette già da tre anni. Sia sulla gradualità, sia sulla possibilità di non arrivare al 2024”.

Giuseppe Conte e Mario Draghi

Mulè mostra il documento programmatico pluriennale del ministero della Difesa che, a proposito delle spese Nato, smentirebbe il leader pentastellato. “Il presidente Conte la mattina dovrebbe rileggersi quello che anche il suo governo ha fatto. Liquida come una cosa normale che in un anno in cui il Pil segno meno 8,9% lui aumentò le spese militari di un miliardo e 600 milioni Il populismo sulla sicurezza e sulla difesa è un populismo che per quanto mi riguarda fa il male di questo Paese”.

“Quando Conte fa la lezioncina sui Paesi della Nato dovrebbe anche che tra gli 11 Paesi che hanno superato il 2% del Pil c’è la Francia, la Germania, l’Inghilterra. E chi c’è negli altri venti? – si domanda polemicamente il sottosegretario – la Macedonia del Nord, il Lussemburgo e Stati che non avranno mai rilevanza. Io voglio stare dalla parte di questi Paesi che guidano la Nato che hanno voce in capitolo”, conclude Mulè.

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