Uno dei traguardi più importanti nella recente storia politica della Lega, costellata già di successi da quando il partito ha perso la connotazione settentrionale per partire alla conquistate dello Stivale intero. Un chiodo fisso per Salvini, quelle elezioni europee che potrebbero far segnare un successo fondamentale per il Carroccio dopo quelli ottenuti alle politiche e alle regionali. L’occasione per dimostrare che gli italiani stanno con il Capitano anche fuori dai confini.
Restano, però, i dubbi sugli alleati dello stesso Salvini. Che, a parole, continua a sostenere di mettere il bene del Paese sempre al primo posto. Ma, nei fatti, va a braccetto con personaggi che non sono certo benefattori dell’Italia. Tralasciando il discorso sugli estremismi di alcuni leader stranieri e su certe contraddizioni (perché sfilare a Verona per la “famiglia tradizionale” e poi strizzare l’occhio alla tedesca Weidel, lesbica e con due figli?). Il nodo è piuttosto il vantaggio che il Bel Paese potrebbe ottenere da certe sinergie.
Sicurezza e immigrazione sono due parole chiave nell’agenda politica di Salvini, due temi sui quali la Lega continua a battere. E però in Europa l’alleanza è proprio con quelle figure, da Orban a Marine Le Pen, che di contro rifiutano accordi con gli altri stati per la ridistribuzione dei migranti, sostenendo di non voler scendere a compromessi.
Paesi che quindi, di fronte alle richieste del nostro governo, risponderebbero con un bel “no”, lasciando all’Italia la patata bollente. Viene il sospetto che, tutto sommato, i vantaggi non siano così tanti. Ci si lamenta con l’Unione Europa che non accetta le quote, si stringono intese con chi è causa dell’emergenza stessa. Nel caso di Orban, poi, parliamo anche di un leader finito spesso nell’occhio del ciclone per le violazioni ai diritti civili. Non proprio gli alleati che il popolo leghista sogna per avventurarsi in Europa.
Alla faccia dei tagli: benzina alle stelle con Salvini e Di Maio