Sembra impossibile, eppure nel 2018 sono numerose le associazioni che ancora si battono per fermare la strage di animali, uccisi per le loro pelli che diverranno accessori e abiti più o meno di lusso.
Eppure esistono veri e propri allevamenti di “animali da pelliccia” per un giro d’affari ancora molto fruttuoso, che la vale la bellezza di 46 milioni di dollari l’anno.
Ma gli ecologisti qualche battaglia l’hanno vinta e sono giustamente orgogliosi dei risultati raggiunti. L’ultima vittoria è arrivata direttamente dal Nord, nel cuore della Norvegia. La premier Erna Solberg ha ufficialmente vietato gli allevamenti di animali da pelliccia.
Numerose associazioni animaliste hanno accolto con entusiasmo la decisione, in quanto proprio il paese scandinavo era noto alle cronache per essere il primo produttore mondiale di pellicce di volpi. Il triste primato ha interessa circa 200 allevamenti di animali da pelliccia tra cui volpi e visioni, per un giro d’affari che sfiorava i 46 milioni di euro e dava lavoro a circa 400 persone.
Secondo la premier norvegese i meri interessi economici devono sottostare alla inutile e vergognosa strage di animali oltre che danni enormi all’ambiente. Tanto più che gli economisti del settore hanno dichiarato che questa legge non dovrebbe comportare danni così importanti all’economia del paese. La Norvegia segue infatti il trend di nazioni che già da tempo hanno messo al bando questa pratica illegale, diventando il 14esimo al mondo.
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La proposta che riferisce la chiusura definitiva degli allevamenti entro il 2025 è stata presa con il plauso degli ecologisti e di tutte le associazioni animaliste. La leader del gruppo ecologista Noah Siri Martinsen si dice lieta perché finalmente è arrivato il momento di fermare un business “crudele e fuori dal tempo”. Soprattutto oggi, nel mondo global e social in cui viviamo, nel quale la sensibilità e la consapevolezza riguardo a temi ambientali e di ecosostenibilità cresce ogni giorno di più.
Per quanto rappresenti una bella notizia, non tutti però si sono dimostrati così entusiasti. Guri Wormdahl, responsabile dell’associazione degli allevamenti, ha esplicitato tutta la sua frustrazione e il suo disaccordo alla decisione presa dalla Solberg affermando: “Siamo sotto shock, per noi è un colpo al cuore”.