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“Siamo stati noi”: gli anarchici rivendicano la bomba

Sono stati loro. Gli anarchici hanno rivendicato la presenza di una bomba all’ingresso del tribunale di Pisa, disinnescata ieri dagli artificieri di Firenze.  Leggi anche >>>> Cospito resta al 41bis, ricorso respinto

“Abbiamo dimostrato che è possibile avvicinarsi ai palazzi del potere e colpire” scrive sul web il Gruppo di Solidarietà Rivoluzionaria – Consegne a domicilio Fai/Fri. La rivendicazione è stata diffusa anche da un volantino della Fai, la Federazione anarchica informale. “La notte del 21 febbraio – si legge nel volantino – abbiamo collocato un ordigno esplosivo nella porta di servizio del Tribunale di PISA. Non sappiamo se la deflagrazione sia avvenuta, ma ci teniamo a sottolineare che quest’azione assume un’importanza non da poco: abbiamo dimostrato che è possibile avvicinarsi ai palazzi del potere e colpire”. Leggi anche Maurizio e Maria, un sodalizio durato 33 anni

Fortunatamente la bomba non è esplosa. L’ordigno era costituito da una bottiglia incendiaria e da un grosso petardo, con la miccia costituita da un foglio di carta che era stato acceso ma che però si è spento prima dell’innesco. Gli anarchici stanno creando un clima di terrore per protestare contro il regime di carcere duro, il 41bis, in cui si trova uno dei leader del movimento, Alfredo Cospito, in sciopero della fame da mesi. 

Le indagini sulla bomba al tribunale di Pisa sono condotte dalla Digos della questura del capoluogo toscano, coordinate dalla Procura della Repubblica. Nelle immagini di video sorveglianza recuperate dagli inquirenti si notano due persone, incappucciate, che giovedì sera abbandonano l’ordigno accanto al Tribunale prima di accendere la miccia con una bomboletta di gas. Miccia che fortunatamente non è esplosa. Ma il pericolo resta.

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