Matteo Salvini ha messo spesso il Milan, squadra della quale è tifoso, al centro dei suoi post, solitamente per criticarne le sciagurate prestazioni calcistiche. Ma quello fatto registrare dal Capitano in Emilia Romagna si è rivelato il più classico degli autogol. Non solo per la sconfitta della sua candidata Lucia Borgonzoni, staccata di 7 punti dal vincitore dem Stefano Bonaccini. Quanto per le modalità che hanno visto il leader della Lega mettersi nei guai con le sue stesse mani, finendo così per vanificare ogni tentativo di rimonta.
A certificare gli errori di Matteo Salvini sono stati, infatti, i dati arrivati dalle varie zone di quell’Emilia Romagna che si è trasformata nella prima, storica battuta d’arresto per un politico che sembrava in costante, inarrestabile ascesa. A partire da Bibbiano: il Comune al centro della campagna social leghista, quello dell’inchiesta Angeli e Demoni cavalcata fino alla fine dalla Lega nel tentativo di trasformarla in arma elettorale e che ha finito per premiare ampiamente Bonaccini, che lì ha sfiorato il 60% delle preferenze.
Non solo: Matteo Salvini e la sua candidata sono andati clamorosamente sotto anche nel rione Pilastro del quartiere bolognese di San Donato, quello per intenderci della famosa citofonata in cui il Capitano chiedeva a una famiglia se all’interno dell’abitazione ci fosse uno spacciatore. Il segno che quella sequenza, immortalata dalle telecamere e subito virale sui social, non è stata apprezzata affatto dai cittadini, un boomerang che il numero uno del Carroccio ha finito per pagare a carissimo prezzo: la Borgonzoni si è attestata nella zona al di sotto del 20%.
Ironia della sorte, a Salvini è rimasta Milano Marittima, quella delle spiagge dove tra un ballo e un mojito era stato deciso il destino del primo governo Conte, con il clamoroso strappo della Lega mai digerito da alcuni sostenitori del loro beniamino. Lì la Borgonzoni si è attestata al 55%. Il Papeete, insomma, è il regno indiscusso del Capitano. Il resto della Regione, invece, ha voltato le spalle a una campagna elettorale rabbiosa, aggressiva e incentrata tutta, esclusivamente sulla figura di Salvini.
Il cuore grande di Nicola, pasticcere che ogni sera regala i dolci invenduti ai più poveri