Un foglio di carta presentato in pompa magna, il premier Conte accanto a fare più da spalla che altro. Sotto i riflettori lui, Matteo Salvini, che del decreto legge sul immigrazione e sicurezza ha fatto subito una bandiera da sventolare con orgoglio, un hashtag nato per essere iniettato in fretta e furia sui social. Mentre il Quirinale si prepara a un duro compito, l’esame dei provvedimenti contenuti all’interno del testo, il leader della Lega gongola per l’approvazione arrivata in Consiglio dei Ministri, il segnale che il Carroccio attendeva per dare il via ai festeggiamenti. “Grazie italiani, io lavoro per voi” il messaggio comparso poco dopo il via libera, a conclusione di giorni di dubbi sulla costituzionalità, contrasti sotterranei e progressive limature. E che però non cancella i dubbi, tanti, sulla bontà delle norme volute da Salvini e sugli effetti concreti con cui gli italiani potrebbero trovarsi a fare i conti.
Sì perché, come ricorda Il Fatto Quotidiano, ad oggi le espulsioni messe in atto nel nostro Paese sono poche, pochissime. E costose. Di certo, non destinate ad aumentare. Regolarizzare i clandestini, nei prossimi anni, sarà invece impresa assai più ardua. Alle difficoltà legate alle leggi passate si aggiungeranno infatti quelle provocate dal decreto Salvini, che complica la concessione e il rinnovo della protezione internazionale abolendo la “protezione umanitaria” concessa ai richiedenti asilo, strumento al quale si era fatto ampio ricorso fin qui (20.166 casi nel solo 2017). Tutte persone che, ora, finiranno nel grande calderone dei “clandestini”. L’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) ha simulato a tal proposito gli effetti delle politiche del Carroccio: ai 490mila irregolari già presenti in Italia si aggiungeranno altri 72mila per l’arretrato delle commissioni che analizzano le richieste di asilo, 32.750 per il mancato rinnovo della protezione umanitaria e 27.300 per la mancata concessione.
Calcolatrice alla mano, quindi, il decreto legge su immigrazione e sicurezza porterà all’Italia un aumento del 20% dei clandestini sul territorio, per un totale di 622mila. Ferme restando le difficoltà nell’attuare procedure di espulsione, dunque, il risultato concreto dei provvedimenti al momento all’analisi dello staff del Quirinale sarà la crescita degli irregolari. Qual è, allora, il senso di una simile manovra? L’ex governatrice del Friuli Debora Serracchiani ne aveva parlato a inizio settembre, denunciando quella che a suo giudizio non era altro che “una tattica spregevole per creare un problema di sicurezza, e poi denunciarlo senza risolverlo”. Un’accusa rilanciata dall’opposizione proprio in queste ore, quella di “una società più insicura grazie a un Salvini che gioca sulla pelle di tutti, italiani e stranieri”.
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