Ancora un passo indietro dei Cinque Stelle, in un continuo quanto difficoltoso barcamenarsi tra le promesse fatte agli elettori, delle pretese dell’alleato leghista e gli oneri di chi si trova a governare dopo tanti anni di protesta. L’ultimo dietrofront è arrivato sul fronte degli F-35, caccia che in passato erano additati come simbolo dello spreco bellico e diventati bersagli di attacchi e polemiche. Salvo essere ora, improvvisamente, riabilitati.
“Colgo l’occasione per spiegare che da tanti anni noi abbiamo parlato di questi F-35 spesso in maniera distorta, spesso bisogna realmente conoscere e valutare le informazioni”. Parole che sono arrivate per bocca del sottosegretario Angelo Tofalo, esponente di punta del Movimento 5Stelle molto legato a Luigi Di Maio, e che radono al suolo un’altra bandiera di tante campagne del passato. Tofalo ha parlato a Montecitorio, con al fianco la ministra della Difesa Elisabetta Trenta.
“Il programma F-35 che ormai è avanti, c’è da oltre venti anni, a differenza di quanto spesso qualcuno ha detto è un aereo che ha un’ottima tecnologia, forse la migliore al mondo in questo momento – prosegue Tofalo -. Ed è normale che dobbiamo fare un po’ di calcoli, sia per quanto riguarda la tasca, ossia dal punto di vista economico, sia per quanto riguarda la tecnologia. Ma resta ovvio che non possiamo rinunciare a una grande capacità aerea per la nostra Aeronautica che ancora oggi ci mette avanti rispetto a tanti altri Paesi”.
In sostanza, si può discutere dei numeri ma non della necessità dell’F-35. Lo scenario mondiale mostra il successo dell’ormai celebre caccia, che accumula vendite e condiziona le strategie e che è al centro anche di serrate trattative tra Erdogan e Trump. Scelte che stonano con un Movimento che ai tempi di Grillo parlava di “modello Costarica”, un paese senza forze armate.
Da contestatori a contestati: la dura (e contraddittoria) vita dei Cinque Stelle una volta al governo