“Non c’è bisogno di essere una superpotenza del governo per inviare una missione sulla luna”. Queste le parole di Chanda Gonzales-Mowrer, senior director del Google Lunar Xprize. Il concorso indetto da Google e non dalla Nasa come ci si poteva aspettare, ha messo in palio 30 milioni di dollari, ma terminerà di fatto senza un vero vincitore.
Era stato indetto quasi 10 anni fa e prevedeva che la vincita fosse utilizzata da chi dimostrasse di poter mandare sulla Luna un robot, fargli percorrere 500 km e registrare un video in hd.
Altro che corsa allo spazio tra Stati Uniti e Urss! La luna può essere conquistata da chi investe nell’innovazione tecnologica e desidera raggiungere grandi obiettivi.
Ci sono state però numerose difficoltà riguardo la raccolta fondi, sfide tecniche e ostacoli normativi. Alla fine il Google Lunar Xprize non verrà reclamato, ma finalmente conosciamo le 5 squadre finaliste: si tratta delle aziende spaziali private Spaceil (Israele), Moon Express (Usa), Synergy Moon (internazionale), Teamindus (India) e Hakuto (Giappone). Tutte hanno già sottoscritto un contratto di lancio.
La fondazione non profit Xprize, volta ad incentivare ed investire sulle innovazioni tecnologiche, e Google hanno deciso inoltre di dividere il milione di dollari tra le 16 squadre che hanno partecipato al concorso. Tra queste presente anche il Team Italia.
“Xprize e Google sono rimaste impressionate dalle attività di divulgazione realizzate dalle squadre in gara, e hanno quindi deciso di dividere fra tutti e sedici i team il diversity prize, premio da un milione di dollari, come riconoscimento dei metodi unici e delle iniziative messe in campo da ciascuno di loro nel corso degli anni”, ha dichiarato Chanda Gonzales-Mowrer.
Per ora i 30 milioni di dollari del concorso non verranno toccati, ma il Google Lunar Prize può vantare un ottimo successo nel corso della sua decennale esperienza.
Ad esempio, Moon Express, l’azienda privata americana, arrivata far le cinque finaliste, è riuscita ad iniziare una conversazione con il governo che probabilmente porterà a un quadro normativo in cui le compagnie private potrebbero finalmente concludere progetti di atterraggio sulla luna.
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Questo è un grande passo avanti problema in quanto tra gli obiettivi dichiarati del Lunar XPrize c’era anche quello di aiutare a promuovere un’industria spaziale globale, in cui le compagnie private potevano volare nello spazio senza fare affidamento solo su una partnership governativa.
“Come risultato di questa competizione, abbiamo scatenato la conversazione e cambiato le aspettative riguardo a chi può sbarcare sulla Luna. Molti ora credono che non sia più l’unica competenza di alcune agenzie governative, ma il satellite può essere raggiunto anche da piccole squadre di imprenditori, ingegneri e innovatori di tutto il mondo “, ha affermato XPrize.
Mentre il lavoro di Google con il Lunar XPrize è terminato, forse è ancora possibile che la competizione vada avanti in qualche altro modo, magari trovando un nuovo sponsor. Nel frattempo tutte le aziende spaziali private si dicono pronte a perseverare l’obiettivo di raggiungere la Luna, costi quel che costi.