Il governo Conte-bis può partire. E adesso l’obiettivo per il premier, forte anche dell’esito della votazione sulla piattaforma Rousseau, resta quello di sciogliere la riserva entro la mattinata e di salire al Quirinale. Ma prima c’è in programma una nuova riunione con la delegazione di Leu (composta da Loredana De Petris e Federico Fornaro) dopo quella della nottata durata oltre tre ore e conclusasi poco dopo l’una. Possibile già nel pomeriggio il giuramento del nuovo esecutivo. Tutti gli occhi ora sono puntati sulle nomine. Chi sarà ministro?
Nomi e caselle sono ancora da definire ma secondo diverse fonti Pd, 5S e dem dovrebbero avere nel governo un numero quasi pari di ministri, nonostante il Pd abbia 104 deputati e 51 senatori (prese il 18% alle elezioni) e il M5S 216 e 107 senatori (vinse con il 30%).
Il primo nodo da sciogliere resta quello del sottosegretario alla presidenza al Consiglio. Conte è determinato ad indicare un uomo di sua stretta fiducia (Roberto Chieppa, tra i candidati) ma sarebbe in corso un braccio di ferro con il M5S, che vorrebbe un “suo” uomo a Palazzo Chigi: in pole ci sarebbe Riccardo Fraccaro, seguito a poca distanza da Spadafora. Al Mef, invece, salgono le quotazioni dell’unico politico dem rimasto in lizza, l’eurodeputato Roberto Gualtieri, presidente della commissione Bilancio a Strasburgo.
Tra i tecnici in ambienti dem vengono citati Giuseppe Pisauro e Salvatore Rossi. Un tecnico sarebbe diretto al Viminale (Luciana Lamorgese o Franco Gabrielli) mentre il “destino” dei due capi delegazione ha dei contorni più definiti: per Di Maio si prospetta il ministero degli Esteri mentre Dario Franceschini dovrebbe andare alla Difesa o alla Cultura (anche se spera fino all’ultimo nel Viminale).
L’ex premier Paolo Gentiloni potrà essere il nuovo commissario europeo italiano. I ministeri in bilico sono però diversi. Il Mise, innanzitutto, dove i dem puntano su Paola De Micheli mentre tra il M5S si fa il nome di Laura Castelli e Stefano Patuanelli, inizialmente in pole per le Infrastrutture. Se il Mise andasse al M5S il Mit sarebbe di colore dem e sarebbe guidato da De Micheli. Ballottaggio anche all’Istruzione, tra Gianni Cuperlo (Pd) e Nicola Morra (M5S).
In sospeso anche l’Ambiente, tra Sergio Costa (che sarebbe tra i confermati) e Rossella Muroni, in quota Leu. Conteso ancora sembra essere il ministero del Lavoro: in pole, nel Pd, il nome di Giuseppe Provenzano. Alla Giustizia Alfonso Bonafede va verso la conferma. Tra i possibili outsider dell’ultimo minuto si citano la sindacalista Cgil Serena Sorrentino e l’imprenditrice (nel settore dei sacchetti biodegradabili) Catia Bastioli.
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