Chi andrà a comporre il prossimo governo giallorosso? Con l’accordo tra Pd e Cinque Stelle sempre più vicino e il totoministri a tenere banco, ecco quali sono a oggi i nomi più forti per occupare i nomi chiave di un eventuale esecutivo. sembrava prevalere l’ipotesi di escludere gli ex, cioè coloro che hanno già avuto incarichi da ministro ma si è capito che questo metodo impedirebbe a troppi big di entrare. In caso si tenti una strada a metà, con un premier indipendente, la scelta potrebbe ricadere sull’economista Enrico Giovannini. Resta in piedi la pista Marta Cartabia, che però a dicembre potrebbe diventare presidente della Consulta.
Agli Affari Esteri potrebbe approdare un nome importante, quello di Paolo Gentiloni, mentre al ministero del Lavoro, con le attuali deleghe di Di Maio, potrebbe arrivare l’outsider 5 Stelle Alessandro Di Battista, coinvolto così nel governo. Carlo Cottarelli, l’uomo che un anno fa era stato incaricato del mai nato governo di garanzia, è invece accreditato per l’Economia. Dovrà però superare la concorrenza di un Tria che sogna la conferma.
Andrea Orlando (Pd) è già stato ministro della Giustizia ma potrebbe andare incontro al bis. In via Arenula potrebbe andare anche un magistrato di garanzia come Giuseppe Pignatone. Al Viminale, succedendo a Salvini, potrebbe arrivare il leader M5S Luigi Di Maio, senza però i gradi di vicepremier. Il Pd avrebbe da schierare anche l’ex ministro Marco Minniti. All’Istruzione potrebbe finire Dario Franceschini.
Il ministro grillino Alberto Bonisoli potrebbe essere confermato ai Beni culturali. Il Pd potrebbe però proporre il nome di Luigi Zanda. L’attuale ministra Elisabetta Trenta (M5S), che si è spesso scontrata con Salvini sui migranti, potrebbe invece essere confermata alla Difesa. L’ingegnere Stefano Patuanelli (M5S) potrebbe andare alle Infrastrutture e ai Trasporti. A meno che Di Maio non insista su Toninelli, cosa difficile.
Salvini le prova tutte: pronto a offrire a Di Maio il ruolo di premier