Che le tensioni all’interno della formazione giallorossa fossero tante è cosa risaputa. Fin qui, però, tenuta il più possibile lontana dai riflettori. Ora, invece, ecco arrivare l’ipotesi pubblica di una revisione della squadra. Ad avanzarla, in Senato, è stato il capogruppo del Pd Andrea Marcucci, intervenuto poco dopo l’intervento del premier Giuseppe Conte: “Deve valutare, lei e non altri, se i singoli ministri sono adeguati alle emergenze che stiamo vivendo”.
Marcucci ha poi aggiunto: “Sempre a lei chiedo la verifica, visto quello che si legge, della tenuta della maggioranza”. L’esponente dem ha poi anche chiesto un maggiore coinvolgimento delle opposizioni in questa fase delicata: “Signor presidente, tocca a lei l’onere di coinvolgere le opposizione. Le opposizioni devono avere un luogo dove si possano confrontare con governo e maggioranza e sta a lei individuarlo. Sia un comitato di salvezza nazionale o altro, signor presidente, valuti lei come coinvolgere le opposizioni, serve un luogo di confronto con la maggioranza, che sia una bicamerale, un comitato di sicurezza nazionale o un altro organismo”.
L’uscita di Marcucci ha però creato molti malumori, dentro gli stessi democratici che si sono affrettati a negare che si tratti di una richiesta unitaria e convidisa. “In una fase tanto grave per il Paese” ha commentato il senatore Mirabelli, vicepresidente dei senatori Pd, “in cui ogni sforzo va dedicato a sconfiggere il virus e la crisi, parlare di rimpasti appare una cosa fuori dal mondo”.
“Gli italiani – ha spiegato Mirabelli, smentendo l’intervento del suo collega di pochi minuti prima – hanno bisogno di avere la certezza che il governo e la maggioranza si stanno occupando di tutelare la loro salute e l’economia. Il Pd si è assunto questa responsabilità, chi pensa ad altro sbaglia”.
E alla fine Salvini aprì al lockdown: “Se necessario, giusto farlo”