La grana Forza Italia nel nuovo governo di Giorgia Meloni, non si è sopita con le nomine dei ministri, anzi.
A parte la lotta feroce in corso per i viceministri e i sottosegretari, Giorgio Mulé rilascia un’intervista a La Repubblica in cui enuncia i problemi gravi che Meloni dovrà affrontare.
L’ex sottosegretario alla Difesa del governo uscente e portavoce di Forza Italia, dichiara: “Nel partito ha provocato disappunto l’atteggiamento di Giorgia Meloni. Un disappunto esternato dallo stesso Berlusconi, quando ha posto la questione del condizionale e non dell’imperativo da usare nel dialogo con gli alleati”.
Per questo motivo si è scatenata una lotta interna ai forzisti, tra le due correnti che sono venute a formarsi, tra chi sostiene Licia Ronzulli e chi Antonio Tajani:
“Ci sono state frizioni fra chi si riteneva iscritto a una fazione e chi all’altra. Ma qui non c’è da fare un dibattito, un congresso alla maniera del Pd. Io credo che durante la formazione del governo molti abbiano messo sul tavolo esperienze, storie personali, legittime aspirazioni che sono state trascurate. Ma non è più il tempo di recriminare, né di cercare vendette. Rilanciamo l’azione del partito, invece, ricollocandoci sul territorio”.
Per entrare in questa nuova fase, però, secondo Mulè sono necessarie le dimissioni dalle cariche di partito detenute dai principali volti di Forza Italia entrati nel nuovo governo, il già citato Tajani e Anna Maria Bernini: “È una riflessione che devono fare e risolvere. Ci sono interventi sulla spina dorsale del partito ormai indefettibili. Berlusconi è il primo a saperlo”.
E sarà Berlusconi “a indicare la nuova formula di Forza Italia” se i due non si dimetteranno e se le fazioni interne continueranno farsi la guerra.