La breve luna di miele tra il governo Meloni e i mercati finanziari è terminata? Sembrerebbe proprio di si, almeno a giudicare dalle preoccupazioni manifestate recentemente da Bloomberg che ha ripreso uno studio di Moody’s in cui si definisce il nostro Paese come l’unico che, nel giudizio emesso dall’agenzia di rating, si piazza soltanto un gradino sopra il livello più basso, chiamato in gergo “investment grade”.
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Mercati contro il governo Meloni: i dubbi di Moody’s
Spiegato in parole povere, se il debito pubblico di un Paese dovesse scivolare sotto questo livello a cui al momento è aggrappato il governo Meloni, i grandi fondi internazionali non potrebbero più comprare sui mercati i titoli che quel Paese emette. A quel punto, il Paese in questione sarebbe costretto ad offrire un rendimento su suoi titoli molto superiore e con un maggiore esborso per le casse dello Stato che si riverserebbe sul debito pubblico, spiega Moody’s.
Per questo motivo il declassamento dell’Italia paventato da Moody’s deve suonare come un campanello d’allarme per il governo Meloni. Chi investe sui mercati, infatti, è preoccupato dallo stato di avanzamento della realizzazione del Pnrr, visto che Palazzo Chigi ha messo in dubbio la possibilità di riuscire a spendere entro il 2026 tutti i 209 miliardi promessi dall’Unione europea.
“Ci sono rischi aggiuntivi che il Pnrr italiano non riesca a essere pienamente realizzato a causa di una debole capacità delle amministrazioni locali, vincoli sul mercato del lavoro, alta inflazione, e per il fatto che alcuni progetti si stanno dimostrando più ambiziosi di quanto non si sapesse all’inizio. – così scrive Moody’s in una nota pubblicata il 25 aprile – Una crescita pigra e più alti costi di finanziamento potrebbero indebolire ulteriormente la posizione fiscale dell’Italia”, concludono gli analisti dell’agenzia di rating. I mercati finanziari sono dunque nuovamente in fibrillazione nei riguardi dell’Italia. E tutti gli occhi ora sono puntati sul governo Meloni.
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