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Il “green” dell’Europa fa ricca la Cina e impoverisce l’Italia. Disastro von der Leyen e gli italiani fanno da soli

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L’industria del fotovoltaico in Europa rappresenta un mercato di 14 miliardi di euro l’anno, ma ora deve cedere il passo alla Cina, che l’ha letteralmente conquistata. Negli ultimi sei mesi, i prezzi dei moduli solari in Europa si sono dimezzati. Una buona notizia per i cittadini, certo, ma poi c’è sempre il grande tema della qualità. Il basso costo cinese garantisce comunque la stessa qualità dei moduli prodotti in Europa, ma che costano di più?
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Settore in fortissima crescita

Il settore è in fortissima crescita: basti pensare all’Italia, dove quest’anno il mercato dei pannelli solari è salito addirittura del 27,5%. Circa la metà della produzione fotovoltaica mondiale avviene nella UE, ma – e questo è il grande paradosso – il 90% dei pannelli solari installati in Europa proviene dalla Cina. Questo perché i produttori cinesi hanno immesso negli ultimi mesi sul mercato una quantità enorme di pannelli, tanto da mandare in crisi i produttori europei.

Come spiega Antonio Amorosi su Affari Italiani, riprendendo i dati di Solar Media-PV Tech, tra i primi dieci produttori di moduli fotovoltaici otto sono cinesi. Il portavoce della Commissione UE per l’energia, Tim McPhie, ha ammesso in conferenza stampa delle gravi difficoltà dei produttori europei e di star lavorando a una possibile soluzione. Per le quantità di prodotto e per i prezzi immessi, la Cina ha messo in ginocchio il mercato.

La situazione in Cina

La Cina produce pannelli solari a 16-18,9 centesimi per watt di capacità di generazione, le imprese USA a 28 centesimi, quelle europee 24-30 centesimi. Come è possibile questa differenza? Innanzitutto per il costo della manodopera, ma anche per i rapporti commerciali con la Cina, non sempre così chiari. Come spiega Amorosi, grazie ai finanziamenti provenienti dalla Cina, le aziende hanno potuto fare un’offerta notevolmente più economica rispetto alla concorrenza e vincere un progetto pubblico in Romania per l’apertura di una centrale. Si tratta dell’impresa cinese leader del settore, la Longi Solar, e la Shanghai Electric, due società energetiche con sede in Cina.

In tutto questo, però, va detto che l’Italia si difende bene, grazie a Enel Green Power e all’operazione 3Sun Gigafactory di Catania, un impianto che per capacità produttiva si prevede diventi la più grande fabbrica di pannelli solari d’Europa. Ad aprile 2022 è avvenuta la firma di un accordo tra Enel Green Power e la Commissione Europea per un finanziamento agevolato a fondo perduto per un tipo di produzione di pannelli ad altissima efficienza. I moduli a basso costo cinesi, però, hanno messo in ginocchio il settore europeo. Basti pensare che a un produttore storico come la Meyer Burger le linee di produzione della fabbrica di moduli nella Germania orientale sono completamente ferme da alcune settimane. “La chiusura completa della produzione è prevista per la fine di aprile”.

Questo scenario evidenzia la complessità della situazione: da un lato, la crescente accessibilità dei pannelli solari per i cittadini, dall’altro, la necessità di proteggere l’industria europea da una concorrenza che, seppur leale, rischia di essere devastante per l’economia del continente.

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