Un Movimento Cinque Stelle alle mille anime, diviso tra le varie correnti che vorrebbero il partito ora più a destra ora più a sinistra, ora determinato nel portare avanti il programma giallorosso e ora pronto a staccare la spina. Ricompattato ancora una volta dal suo fondatore, quel Beppe Grillo che ha cercato di richiamare tutti all’unità convinto che mai come in questo momento sia importante rimanere saldi, piantati sulle gambe. Riconfermando, punto non scontato, Luigi Di Maio nel ruolo di leader.
Grillo, con quel “io ci sarò di più”, ha fatto sperare l’ala meno vicina a Di Maio, quella che chiede un rapido cambiamento. Ma al momento, ha chiarito il comico genovese, un’alternativa valida non c’è. Avanti così, dunque, in attesa di tempi migliori.Sarà un grande momento collettivo di ripensamento della linea. Ma anche un passaggio delicato. Serve, secondo la minoranza che ha alzato la voce, un vero e proprio organo collegiale per il Movimento. Eventualità che per ora Di Maio ignora, nella speranza di poter rinviare un serio confronto sul tema alla prossima primavera o anche oltre. L’accordo tra i dirigenti su questa idea, però, è quasi unanime.Resta da risolvere ancora un punto, fondamentale: le Regionali. Grillo e Di Maio hanno aperto alla possibilità di tornare al voto sulla piattaforma Rousseau per lasciare che siano gli elettori a scegliere. In caso prevalga il sì, già in Emilia-Romagna i grillini tornerebbero a sorpresa in campo per un’intesa comune con i dem su alcuni punti condivisi.