Nervi tesissimi nel Movimento Cinque Stelle dopo l’ultima uscita del premier Conte, accolta come il più classico dei fulmini a ciel sereno. Inaspettata, spiazzante. Dannosa. L’apertura del presidente del Consiglio verso Silvio Berlusconi ha lasciato di sasso molti esponenti pentastellati, a partire da quel Beppe Grillo che pure è da sempre principale sponsor dell’Avvocato del Popolo. E che invece stavolta ha tuonato: “Ma come gli è saltata in mente una mossa del genere?”.
Così come d’altronde scompiglio ha portato la netta presa di posizione del premier sulle Regionali: “Se Pd e Cinque Stelle non si alleano sarà la sconfitta di tutti”. Parole destabilizzanti, secondo i dirigenti Cinque Stelle, che lavora con estrema fatica a una sola intesa con i dem, quella in Liguria. Nel resto delle Regioni, si andrà con tutta probabilità con dei candidati separati, vista la difficoltà di esprimere un nome unico. Passaggi che Conte conosce bene e proprio per questo la uscita è parsa quanto mai inopportuna.
La sensazione è che ormai Conte vada per la sua strada in maniera autonoma, senza più nemmeno preoccuparsi del Movimento. I Cinque Stelle perdono senatori, assottigliando così i numeri della maggioranza? Il premier tende la mano a Forza Italia, così da garantirsi un prolungamento dell’esperienza di governo. E pazienza se per Grillo Berlusconi era lo “Psiconano” e Di Battista proprio qualche ora prima cinguettava su Twitter contro il Cavaliere. Al premier interessa soltanto cementificare l’esecutivo, senza guardare in faccia a nessuno.
La resa dei conti, d’altronde, non è lontanissima. A settembre si voterà alle Regionali e poi sul Mes, due passaggi delicatissimi che potrebbero dare il colpo di grazia all’esperienza giallorossa. Conte, non a caso, è già passato dal “no” al “forse” sul Fondo Salva-Stati, aprendo così tanto ai dem/Italia Viva quanto a Forza Italia. Preparando così il terreno all’ennesimo colpo di scena.
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