Vai al contenuto

Il gruppo Facebook della Finanza dove si minacciano di morte Carola e i deputati del PD

Facciamo un piccolo viaggio all’interno di un gruppo segreto su Facebook dove membri della Guardia di Finanza si ritrovano per commentare attualità e politica. Un gruppo privato che conta oltre 16mila iscritti, fondato da Alessandro Capace, un sottufficiale della GDF secondo la sua pagina Linkedin, il cui ingresso è consentito solo ad “agenti in servizio, quelli in congedo e i loro diretti familiari”. Che cosa si trova qui dentro? Razzismo, sessismo, violenza e minacce dirette contro parlamentari della Repubblica italiana, ONG e migranti.

Nelle ultime 2 settimane, ovvero da quando è scoppiato il caso di Carola Rackete e della Sea Watch 3, è stato scritto di tutto, con una violenza raccapricciante. Uno degli aspetti più inquietanti del gruppo Facebook dei finanzieri è il modo in cui la violenza fisica, veicolata attraverso le armi da fuoco, viene considerata come la risposta a tutto.

I membri inveiscono contro i “colleghi” che non hanno fatto fuoco contro l’imbarcazione e chi stava dentro e chiedono ai prossimi che si troveranno di fronte a una ONG di “sparare”. I commenti si dividono tra una frangia più estrema, che chiede di uccidere lei e i parlamentare del PD e una più pacata e ragionevole, che pensa sia giusto uccidere solo i politici del PD. Normale, no? Non mancano gli insulti sessisti o addirittura le velate minacce di stupro.

Un altro post, invece, dedicato all’arrivo a bordo dei parlamentari di +Europa, PD e Sinistra Italiana, riceve commenti in cui i membri de “Il finanziere” si lamentano che i colleghi a bordo non li abbiano buttati tutti a mare con un “blocchetto di cemento”. Lo stesso stile di comunicazione che usa la mafia per le esecuzioni nei film. In un altro commento, un membro scrive un lungo e inquietante messaggio in cui Carola Rackete viene personalmente minacciata.

Un altro utente iscritto al gruppo parla invece di piazzare una “bomba” per uccidere tutti. Donne e bambini migranti a bordo, i parlamentari, la capitana Rackete. Una strage. Alla fine non manca un’inquietante chiamata a “indossare le armi”. Lo spettro del colpo di Stato viene spesso richiamato nei commenti dei finanzieri. Il golpe viene richiesto a gran voce dopo la notizia della scarcerazione di Carola Rackete da parte del GIP di Agrigento. Altri membri iscritti chiedono infatti ai colleghi di non fare più da scorta a “politici e magistrati”.

Un altro utente consiglia agli altri finanzieri di sterminare i “serpenti nigeriani” prima che si diffondano troppo sul territorio italiano. Il metodo consigliato da questo membro per risolvere il “problema nigeriani”? Due pillole 9×17, un chiaro riferimento al calibro 9x17mm della Beretta 34 .380 ACP, pistola che per decenni è stata in dotazione alla Guardia di Finanza.

Com’è possibile che tutto ciò venga considerato normale? Come possiamo stare sicuri sapendo che chi ci dovrebbe difendere fomenta discorsi razzisti, sessisti e di odio? Che sia forse questo il clima che apparentemente si respira dentro un corpo militare formato da persone che hanno giurato sulla costituzione italiana?

Perché nessuno ha denunciato queste frasi e questi comportamenti? Perché la Guardia di Finanza non ha ancora preso le distanze e allontanato dal Corpo chi si esprime così e minaccia attacchi terroristici e azioni violente nei confronti di donne e immigrati?

 

Ti potrebbe interessare anche: Frosinone, effetto Salvini: autista picchia immigrato per farlo scendere dal bus