Nemmeno il tempo di esultare per la vittoria in Abruzzo insieme agli “amici” della Lega e di Fratelli d’Italia, che in Forza Italia si torna a litigare. Il botta e risposta al vetriolo è tra Giovanni Toti e Maria Stella Gelmini: “Qualcuno sperava che Fratelli d’Italia ci sorpassasse, per dichiarare morta FI e buttarci tra le braccia della Lega. Spiace per lui, ma siamo sopravvissuti…”. È un sospiro di sollievo quello con cui i big azzurri accolgono il risultato dell’Abruzzo, e primo fra tutti Silvio Berlusconi che ribadisce come “senza di noi non esiste un’alternativa di centrodestra, Salvini oltre una certa soglia non può andare, siamo essenziali per costruire la coalizione che gli italiani sentono come naturale”.
Così l’affondo dell’anima critica di FI, Giovanni Toti, suscita la reazione indignata di quasi tutto il resto del partito, e dello stesso Berlusconi che oggi a pranzo riunirà lo stato maggiore ad Arcore per un vertice e trova “inutile” e “masochistico” dividersi ora. Proprio nel giorno in cui riceve una telefonata “cordiale e amichevole” da Salvini per congratularsi reciprocamente del risultato e rinnovare l’alleanza per le prossime regionali di Sardegna, Basilicata e Piemonte.
Toti attacca: “La Lega vola, FdI cresce, cresce persino l’Udc, FI cala ancora. Ma guai a chi dice qualcosa, guai a chi pensa di cambiare qualcosa. La decrescita felice non è più programma del Cinque Stelle, è il programma della nostra classe dirigente. Sveglia!”. Il governatore della Liguria invoca le “dimissioni” da parte dei graduati azzurri e da mesi propone la costruzione di una seconda gamba del centrodestra assieme alla Meloni con posizioni più vicine al sovranismo di Salvini.
Ma al richiamo di Toti replicano i big del partito convinti che la linea di Berlusconi sia l’unica percorribile: sì al centrodestra unito ma con FI distinta da Lega e FdI, dura opposizione al governo e approccio più moderato in Europa. Su queste posizioni e sostenendo il leader azzurro che si candiderà alle Europee, è la speranza, si può superare la soglia del 10% che renderebbe il partito “essenziale” per alleanze future.
Per questo a Toti replica Mariastella Gelmini: “Puntuale come un film già visto, parla per scoraggiare e non costruire. Non si può continuare a sparare nel mucchio senza avanzare uno straccio di proposta concreta”. Critica Mara Carfagna: “Non ha senso proporre un modello di sudditanza verso Salvini: serve l’esatto contrario”. Non certo “il tafazzismo di Toti”, lamenta Giorgio Mulé.
Per il governatore della Liguria Giovanni Toti Forza Italia è all’anno zero. Va rifondata, anzi ricostituita, e tutta la classe dirigente deve mettersi in discussione. “Io sono preoccupato. Si vede una classe dirigente che non ha alcuna intenzione di comprendere le ragioni di una costante emorragia di voti, e l’unico pretesto per zittire chi chiede un confronto, è tacciarlo di filo salvinismo, quando sono loro con il loro atteggiamento ad aver consegnato il polo moderato alla Lega”.
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