La Corte Costituzionale «salva» l’obbligo del vaccino anti Covid introdotto dal governo Draghi nel 2021 per alcune categorie professionali e gli over 50. La Corte ha ritenuto inammissibili e non fondate le questioni poste da cinque uffici giudiziari.
La Corte doveva pronunciarsi sull’ammissibilità o meno di questioni poste da cinque uffici giudiziari. La Corte ha ritenuto inammissibile, per ragioni processuali, la questione relativa alla impossibilità, per gli esercenti le professioni sanitarie che non abbiamo adempiuto all’obbligo vaccinale, di svolgere l’attività lavorativa, quando non implichi contatti interpersonali.
Sono state ritenute invece non irragionevoli, né sproporzionate, le scelte del legislatore adottate in periodo pandemico sull’obbligo vaccinale del personale sanitario.
Ugualmente non fondate, infine, sono state ritenute le questioni proposte con riferimento alla previsione che esclude, “in caso di inadempimento dell’obbligo vaccinale e per il tempo della sospensione, la corresponsione di un assegno a carico del datore di lavoro per chi sia stato sospeso; e ciò, sia per il personale sanitario, sia per il personale scolastico. È quanto rende noto l’Ufficio comunicazione e stampa della Corte costituzionale, in attesa del deposito delle sentenze”.
Le sanzioni ammontano a circa due milioni e scatteranno da oggi per chi era tenuto a vaccinarsi contro il Covid e non l’ha fatto. Oggi è, infatti, la scadenza dei 180 giorni fissati per giustificare il mancato adempimento all’obbligo vaccinale.
Tra i multati, soprattutto professori, operatori sanitari, forze dell’ordine e over 50 che dovranno pagare multe pari a 100 euro a testa.
I territori più refrattari al vaccino: Friuli Venezia Giulia, seguito dalla Calabria e dall’Abruzzo. I più virtuosi: Puglia, Lazio, Toscana e Molise, con percentuali oltre il 90% per gli over 50.
Manifestazioni improvvisate di no vax sono state segnalate in almeno una cinquantina di città.